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POTENZA – C’è un inaccettabile doppio binario che chi ha occupato gli appartamenti Ater di via Tirreno non può tollerare: «a chiederci i soldi di affitto non si fanno problemi, poi però siamo abusivi e in quanto tali possono sbatterci in mezzo a una strada quando vogliono».
Ieri è stata la volta di Vladimir, ma prima ancora quella di Annamaria e della sua famiglia. Ma qui sono una cinquantina (43 per la precisione) le famiglie che vivono ormai con l’ansia di vedersi togliere, da un momento all’altro, un tetto sopra la testa. E non è un modo di dire.
Questa storia inizia approssimativamente intorno al 2011. Si liberano diversi appartamenti a rione Cocuzzo e «noi li abbiamo occupati – racconta Annamaria – non certo per divertimento, ma perchè eravamo chiaramente in una condizione di bisogno. Se noi avessimo i soldi per pagare un affitto a un privato lo faremmo subito, non è mica divertente vedersi trattare come se avessimo ucciso qualcuno, con i poliziotti in casa neppure fossimo dei delinquenti».
Così queste persone entrano in quelle case, momentaneamente vuote. C’è chi è da solo, chi ha una compagna, chi ha almeno due figli a seguito. Ci sono disoccupati, donne separate con figli a carico, c’è chi campicchia con una pensione d’invalidità o facendo qualche lavoretto precario. «Noi viviamo – racconta una ragazzina – con mia madre. Siamo 4 figli e viviamo con il mantenimento di 350 euro che ci passa mio padre». Tante situazioni di disagio e di difficoltà. E di paura. Che sono aumentate. Perchè chi prima aveva un lavoro ora non ce la fa più e vive nell’incubo di vedersi anche togliere i figli, perchè non ce la fa a mantenerli. L’incubo di ogni genitore, quello di non riuscire a far crescere serenamente i propri figli.
«Siamo tutti in graduatoria per avere un alloggio da almeno dieci anni – raccontano – ma in queste graduatorie, evidentemente, ci deve essere qualcosa che non funziona. Perchè da anni noi siamo senza casa, mentre vediamo tante tante irregolarità».
«Tra queste – fa presente Dino De Angelis, dell’associazione di promozione sociale “La quinta porta” – c’è anche l’anomala situazione di chi vive abusivamente, in questo stesso rione da 20 anni. Questi, almeno, pagano un fitto, quelli nulla. Ma stanno lì tranquilli». Si innescano inevitabilmente guerre tra poveri quando sei disperato. E le ingiustizie – perchè noi sì e loro no – ti sembrano intollerabili. Specie quando ti sembra di veder legittimato il tuo diritto ad avere la casa perchè paghi un fitto (tra l’altro maggiorato, proprio perchè sei abusivo), contribuisci alle spese condominiali, paghi pure la Tasi per quell’appartamento. Cittadini con dei doveri da una parte ma senza alcun diritto dall’altra.
«Io all’Ater in questi anni – dice Vladimir, che ieri avrebbe dovuto lasciare la sua casa – ho dato intorno ai 7.000 euro. Senza contare i lavori in casa sostenuti a spese mie». Perchè – racconta un altro – quando vai all’Ater a dire che piove in casa, che il tubo si è rotto e quella casa è anti igienica, ti cacciano via. Tu sei un abusivo e non hai diritti. Ma allora perchè poi i soldi se li prendono come se fossimo dei regolari assegnatari?».
Prima di arrivare a uno sfratto – spiegano all’Ater – noi ci mille scrupoli, non è proprio un atto che facciamo a cuor leggero. E ci arriviamo dopo diversi avvisi. Come è stato anche a via Tirreno. E’ un atto dovuto, da qualche parte dobbiamo iniziare».
Ma qui in via Tirreno ognuno guarda al suo personale dramma e accusa la politica di incapacità. Ma anche di aver lucrato sulla loro disperazione, promettendo sotto elezioni e poi dimenticando quelle parole. «La colpa è anche la loro – dice Roberto Robilotta, della Quinta porta” – perchè hanno continuato a guardare al loro piccolo orticello. E ora? Ora bisogna trovare una soluzione, perchè non è possibile abbandonare queste persone». E loro promettono: «allestiremo le tende sotto al Comune. Noi siamo disperati, non abbiamo niente da perdere. E senza casa staremo nelle tende, ma sotto il loro naso».

a.giacummo@luedi.it

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