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BISIGNANO (CS) – «Io sono la mamma», dice fra le lacrime la signora Anna. E forse non c’è nient’altro da aggiungere per descrivere il dolore e l’angoscia di una madre che da 15 giorni non ha notizie di sua figlia, Alexandra Roxana Radac, di 20 anni. Alexandra è uscita di casa il 19 settembre scorso. Si è alzata, si è lavata il viso e ha preso un caffè. Alle 9,30 ha ricevuto una telefonata e poi è uscita, intorno alle 10.10, vestita con un pantaloncino marrone, una canotta rosa e scarpe da tennis rosse. Non ha portato nient’altro con sè, a parte il cellulare: niente documenti, niente borsa. Da quel giorno nessuno l’ha più vista. Nè un vicino, nonostante fosse un sabato mattina, nè i ragazzi della scuola vicino casa loro, nonostante fosse quasi l’orario di ricreazione.

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Al dolore della scomparsa, per la signora Anna si aggiunge anche l’umiliazione di questo continuo guardare dal buco della serratura dei media, che sulla ragazza hanno scritto e detto un po’ di tutto, persino che vendeva il suo giovane corpo ai vecchietti del paese per qualche decina di euro. Per questo ieri mattina la signora Anna, con il legale della famiglia, Aurora Sangermano, ha deciso di organizzare una conferenza stampa per ristabilire innanzitutto che Alexandra era una ragazza come tante, senza troppi grilli per la testa. Aveva appena avuto un incarico da badante e non aveva alcun motivo per allontanarsi di casa, figuriamoci per prostituirsi.

La madre dice che con lei aveva un ottimo rapporto. Quella mattina è uscita così come era vestita. Non è certo da lei che, come tutte le ventenni, ci teneva molto all’aspetto estetico e, come tutte le ventenni, se deve incontrare qualcuno passa ore in bagno a provare e riprovare il look. La famiglia quindi esclude che avesse un appuntamento galante, lo avrebbe detto: se non alla madre almeno alla sorella minorenne che vive, unitamente al compagno della madre, con loro nel centro storico di Bisignano. La sorellina ha visto che Alexandra stava chattando su Facebook. Mentre la Polizia postale sta cercando di risalire ai suoi ultimi contatti, la famiglia ha provato insistentemente a rintracciarla sul cellulare che per due giorni è risultato irraggiungibile, il terzo si è spento forse perchè la batteria si è esaurita.

Ma chi ha telefonato alla ragazza quella mattina? Dovrebbe essere stato uno dei vicini di casa che aveva promesso di farle fare scuola guida. L’uomo è stato sentito dai carabinieri che stanno indagando sulla vicenda, ma la versione o meglio le versioni che ha offerto non hanno convinto la famiglia. Così come non ha convinto la fiaccolata che il paese ha organizzato per solidarietà. «La solidarietà si esprime nei fatti – dice l’avvocato Sangermano – A parte che nessuno ha pensato di coinvolgere la famiglia, qui in quindici giorni nessuno è venuto a bussare alla porta di queste persone per chiedere se serviva qualcosa: del pane, una bottiglia d’acqua. Eppure tutti sanno che si tratta di persone che vivono di lavori saltuari. La signora da 15 giorni non esce di casa, pensate se può andare a cercare un lavoro. Il vero problema è che a Bisignano esistono 1500 stranieri regolari, ma non c’è integrazione, quelli che sono integrati sono pochissimi e vivono qui da sei/sette anni». Sarebbe un’altra storia nella storia.

Per il momento interessa la sorte di Alexandra che più passano i giorni, più si fa oscura. Al momento le ricerche sembrano essere a un punto morto e non c’è nessuno iscritto nel registro degli indagati. Sul caso si sta attivando anche la gendarmeria rumena. In Romania la ragazza ha un figlio di quattro anni che adesso vive con il padre e la nonna paterna. Ma nemmeno lui ha notizie della mamma. «Chiediamo l’aiuto dei mezzi d’informazione – chiude l’avvocato – per tenere alta l’attenzione su questa vicenda. ma Alexandra è una vittima, non una carnefice».

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