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CASSANO (CS) – Otto giorni fa il fiume Crati inondava d’acqua l’intero Parco archeologico di Sibari. L’argine lungo lo stesso, compromesso anche a causa dell’uomo, non riusciva a fare adeguata barriera e giocoforza il sito veniva sommerso. Otto giorni dopo, la situazione resta drammatica. Il livello dell’acqua è sceso, ma già si intravede quello che è il vero problema: il fango. La fanghiglia, infatti, avvolge tutti i resti dell’antica Sybaris, e rimuoverla sarà difficilissima. Inoltre già è possibile notare i danni ingenti a tutte le strutture del Parco Archeologico, a rischio un patrimonio di straordinario valore per tutta l’umanità. Intanto nel pomeriggio il sindaco di Cassano All’Ionio, Giovanni Papasso, colui che dall’inizio ha lanciato il grido d’aiuto, solo in parte accolto però dalle Istituzioni competenti, ha effettuato un altro sopralluogo, in stretto contatto con la Sovraintendente per i Beni Archeologici della Calabria Simonetta Bonomi. Il primo cittadino ha interloquito sul posto con i Vigili del Fuoco e gli operatori del Consorzio di Bonifica, al fine di conoscere lo stato di avanzamento dello svuotamento del Parco Archeologico. A lavoro per liberare il sito dalle acque, infatti, gli operatori del Consorzio di Bonifica, guidato dal presidente Marsio Blaiotta, ed i Vigili del Fuoco, i quali in queste ultime ore hanno intensificato il loro apporto alla causa, portando a Sibari altre quattro idrovore. In attesa che l’acqua venga definitivamente rimossa dal Parco Archeologico di Sibari, il primo cittadino di Cassano All’Ionio torna a chiedere maggiore attenzione e soprattutto interventi concreti da parte della Regione e del Governo Nazionale per ripulire il sito archeologico. «Otto giorni dopo la tragica alluvione, nel Parco ancora c’è molta acqua e tanto deve essere fatto per restituirlo al suo splendore. Mano mano che l’acqua viene tirata via, ed affiora l’antica Sybaris, purtroppo, constatiamo gli ingenti danni. Il fango copre tutti i resti ed abbiamo bisogno di aiuto per tirarlo via. Qui a parlare siamo in pochi – ha spiegato con amarezza il primo cittadino – ad avere a cuore la sorte di questo immenso patrimonio sono pochissimi, le Istituzioni che abbiamo interpellato non hanno ancora risposto. Governo e Regione Calabria ci aiutino, nel caso contrario faremo un grave danno alla storia ed alla civiltà di questo territorio, dell’Italia e del mondo tutto. Al Parco ha fatto visita l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri quando ancora era completamente sommerso, ma da lui e dalla Regione ancora attendiamo interventi concreti. Ogni giorno vengo qui, lancio appelli, ma nessuno interviene. Nelle ultime ore si sono stretti accanto a noi alcuni privati ed il Commissario dell’Arssa, che ringrazio, per aver messo a disposizione delle loro idrovore». «Con la Sopraindente per i Beni Archeologici della Calabria, Bonomi, faremo il punto della situazione – ha annunciato – nella prossima settimana per capire cosa fare per salvare l’antica Sybaris. Intanto da più parti arrivano disponibilità di taluni gruppi di giovani e non pronti a ripulire i resti archeologici dalla fanghiglia, persone straordinarie che io chiamo «gli angeli del fango». Purtroppo questo è un lavoro delicatissimo e per essere eseguito al meglio, questi straordinari volontari necessitano di mezzi adeguati e risorse. Questo noi chiediamo – spiega il Sindaco Papasso – interventi concreti in tal senso». Quanto alla questione Crati, il Sindaco di Cassano All’Ionio ha ribadito: «In questi giorni abbiamo lanciato l’allarme sul fatto che nel letto del fiume Crati sono stati realizzati degli agrumeti, alcuni vecchi, visti già quando si è verificata un’altra grave alluvione nel 2008, e altri di nuovo impianto. L’altra sera, quando ho dovuto emettere ordinanza di evacuazione per il rischio esondazione del fiume, ci siamo resi conti che effettivamente gli agrumeti impediscono il normale deflusso dell’acqua. Per la parte che mi riguarda – ha spiegato il primo cittadino – qualora fosse di mia competenza, sono pronto a sottoscrivere un’ordinanza per il loro abbattimento. È necessario però anche l’intervento di altre autorità, come ad esempio il Genio Militare, che deve intervenire con i propri mezzi ad abbatterli. spero non sia lasciato solo in questa battaglia per ripristinare la legalità lungo il fiume Crati. Un atto dovuto nei confronti anche di quelle famiglie di c.da Lattughelle costrette a vivere d’inverno con il timore dello straripamento del fiume e del rischio allagamento delle proprie abitazioni. Sono sbalordito dal fatto che il Commissario Straordinario per il Rischio Idrogeologico della Calabria – ha concluso il Sindaco di Cassano All’Ionio – non si sia visto proprio a Sibari. Ci saremmo attesi un sopralluogo lungo l’argine dello stesso al fine di verificare la sicurezza dei residenti. Sono altresì sbalordito che lo stesso, in questi giorni di forte drammaticità lungo il Crati, non sia venuto qua a dirci a che punto è la progettazione e quali sono le risorse per mettere in sicurezza il Crati». 

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