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Sono circa 600.000 mila i lucani all’estero di prima generazione. La cifra sale a un milione se si guarda anche ai lucani di seconda e terza generazione: praticamente un’altra regione. A cui il consiglio regionale guarda da tempo con attenzione. Un patrimonio di storie, cultura e identità da mettere in rete con chi è in Basilicata.

Le opportunità, dice il presidente della Commissione Lucani all’estero, Luigi Scaglione sono reali e attuali. Anche per questo la Regione continua a organizzare iniziativecome “La nostra Basilicata: Costruiamola”, una tre giorni in cui si ritroveranno le associazioni dei lucani nel mondo e le scuole di Basilicata. 

Giuseppe Travierso è uno di questi emigrati: andato via da Barile 61 anni fa, non era mai riuscito a tornare in Basilicata. Torna a Potenza con l’invito della commissione. A Buenos Aires, racconta, «ho fatto di tutto. Ma non rubare, quello mai». Calzolaio, imbianchino, poi muratore. Nel cuore sempre quella lingua particolare che si parla nel centro del Vuture, l’Arbëreshë.

 

All’estero c’è una regione da 600.000 lucani
Come Giuseppe, da Barile a Buenos Aires

«Questi tre giorni – hanno dichiarato il presidnete del consiglio regionale, Vincenzo Santochirico e Scaglione – serviranno a guardare dentro le nuove forme di emigrazione, i nuovi bisogni, le attese dei giovani e delle genti lucane, partendo dalla ricostruzione storica della emigrazione lucana, dai racconti dei protagonisti attraverso le immagini a corredo dei libri sul nostro associazionismo di Renato Cantore, sino all’ascolto dalla voce degli studenti delle scuole che hanno aderito all’invito e ai progetti, che la Commissione Regionale Lucani all’estero ha messo in campo dall’assemblea annuale di marzo scorso».

“Emigrazione di ieri e di oggi” sarà il tema affrontato dal professore Ettore Bove dell’Università degli Studi della Basilicata durante gli appuntamenti. «Qualcosa di nuovo ed originale – ha detto – per la prima volta si possono chiarire le vere ragioni dell’emigrazione intellettuale troppo spesso oggetto di contraddizioni. Importanti gli aspetti legati al ruolo dell’Università e al flusso dei giovani verso l’estero, ma anche alla loro volontà di ritorno».

 

 

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