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MATERA – “Dalla Puglia alla Basilicata”. E’ l’associazione di Altamura nata nel luglio scorso che oggi porta avanti l’idea di un referendum. Con tanto di manifesti pubblicati dal sindaco e con un percorso avviato e da cui non si ha certo intenzione di retrocedere. Un’inversione di tendenza che nasce probabilmente da motivazioni comuni ai tanti malumori manifestati a Matera nelle scorse settimane. La cosa è nata come una provocazione ma oggi diventa qualcosa in più perchè «con le firme necessarie noi andremo ad ascoltare la volontà dei cittadini» spiega al “Quotidiano” l’avvocato Antonio Santeramo presidente dell’associazione costituita da venti persone, tutte avvocati, che si è fatta promotrice dell’iniziativa.

«L’idea nasce dalla riforma giudiziaria e dal riordino della geografia giudiziaria con l’abolizione della sezone distaccata del Tribunale di Altamura che ha costretto molti avvocati a dover andare a Bari con un tribunale, quello di Matera, a pochi chilometri. Lì ci siamo resi conto che Altamura pur con 70.000 abitanti non ha un ufficio pubblico decente, non ha la Questura, la Prefettura. Tutto è stato accentrato a Bari e abbiamo voluto fare una provocazione verso i nostri amministratori.

Loro che si sono venduti tutto, l’unica cosa che ci hanno lasciato è la Cattedrale ad Altamura ma se avessero potuto avrebbero venduto anche quella».

Il primo passo è stata la battaglia delle regioni con il riordino dei tribunali con Puglia, e anche Basilicata impegnate a dire no alla riforma, ma poi l’associazione è andata oltre: «abbiamo pensato al referendum. Raccolto 100 firme di cittadini e chiesto al sindaco di pubblicare in città i manifesti sul referendum che sarà pubblico. Adesso aspettiamo il Consiglio comunale del 24 gennaioche potrà accettare la proposta di referendum o rigettarla. In quest’ultimo caso avremo 60 giorni per raggiungere il dieci per cento delle firme degli elettori aventi diritto (circa 5500 firme) e procedere così al referendum».

Santeramo spiega che a questo punto «non abbiamo certo intenzione di fermarci e anche se la cosa è nata come una provocazione, una protesta verso i nostri amministratori, oggi vogliamo andare avanti e sentire la gente cosa vuole fare. Tenere in considerazione il pensiero degli altamurani, renderci conto di cosa vogliono fare davvero».

Difficile che il Consiglio comunale possa dare il via libera al referendum: «hanno approvato l’idea di area metropolitana ma per diventarlo noi dobbiamo avere servizi efficienti non continuare a percorrere su questa linea ferroviaria la strada per Bari. Si dovrebbe fare almeno un raddoppio». Questioni che non sono solo di Altamura ma anche di Matera e che sono state spesso amplificate anche in Basilicata e non solo sulla sponda pugliese.

Insomma il processo sembra sostanzialmente cominciato e Santeramo dal suo punto di vista spiega anche che «il futuro è nelle macroregioni, sono l’unico modo per contare a livello europeo. Una cosa che oggi non possono fare nè la Puglia e nè la Basilicata in questo contesto.

Io credo che i paese dell’area murgiana in questo tipo di processo debbano stare tutti quanta dalla stessa parte e credo che ci sia un processo in atto a Santeramo come a Gravina in questa direzione e che vede con simpatia le nostre iniziative».

Poi anche una battuta economica su Altamura e Matera: «divise da un muro che è più spesso del muro di Berlino. Eppure da Matera vogliono venire ad Altamura e gli stessi imprenditori altamurani vogliono riuscire più facilmente a lavorare a Matera.

Purtroppo però ci sono da abbattere una serie di barriere che non aiutano». Apertura anche ai movimenti che sul territorio hanno intrapreso battaglie simili anche se magari in direzioni opposte: «noi siamo aperti a qualsiasi ipotesi per il bene del territorio, noi puntiamo ad esaltare quello he succede nell’area murgiana affinchè sia unita in molte battaglie».

Una questione non di poco conto, che avrà probabilmente una prima risposta nel referendum e nella raccolta firme ma che pare tanto solo l’anticipazione di battaglie future che vanno oltre i confini che oggi ci vengono proposti.

p.quarto@luedi.it

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