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NEI giorni scorsi il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva già avvertito i prefetti: «Organizzatevi perchè i centri di prima accoglienza scoppiano e bisogna che tutte le regioni diano il proprio contributo».

Così, dopo gli ultimi sbarchi di immigrati in arrivo dalle coste africane – e tanti altri, circa 600.000, sarebbero in procinto di partire – anche a Potenza il prefetto Rosaria Cicala ha messo in allerta le varie associazioni e strutture che si occupano di offrire accoglienza agli extracomunitari.

Lo scorso 10 aprile, quindi, è stata già assicurata la prima accoglienza per altri 39 migranti, così come predisposto dal Piano di riparto predisposto dal ministero dell’Interno. Trentacinque migranti erano già stati accolti a marso scorso, quando ci fu una nuova ondata di sbarchi sulle coste di Lampedusa.

Stavolta il progetto di accoglienza è gestito dalla Croce rossa, che ha predisposto per l’occasione una struttura alberghiera nel Comune di Pignola, dove i migranti sono stati alloggiati temporaneamente. Nei prossimi giorni, però, si metteranno tutti di nuovo in viaggio verso Lavello, dove è stata messa a disposizione una struttura dall’amministrazione comunale.

Intanto, in previsione anche di nuove emergenze, il prefetto Cicala ha convocato ieri una riunione del Consiglio territoriale per l’immigrazione, in cui è stata ribadita la necessità «di implementare un sistema di rete fra amministratori statali, uffici regionali, enti locali e organismi del volontariato e del privato sociale, al fine di pianificare gli interventi assistenziali necessari per far fronte al sempre maggior numero di stranieri che stanno sbarcando sulle coste italiane».

Organizzarsi «facendo rete» è ora più che mai necessario, dal momento che si prevedono nuove ondate di sbarchi non appena le condizioni meteo lo permetteranno. Non a caso, quindi, sul sito web della Prefettura di Potenza è stato pubblicato un avviso rivolto a enti pubblici o del privato sociale, per l’individuazione di strutture ricettive.

«La Prefettura di Potenza – si legge – sta espletando un’indagine conoscitiva fra gli Enti pubblici nonché di mercato nell’ambito del privato-sociale, per l’individuazione, nel territorio della provincia, di strutture ricettive idonee ad accogliere cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, in attesa dell’inserimento nei centri governativi, ovvero nel circuito Sprar. Le strutture di accoglienza dovranno avere una capacità ricettiva per un numero medio di 20/50 ospiti, con una ricettività minima di circa 20 ospiti. Le eventuali manifestazioni di interesse dovranno pervenire esclusivamente tramite pec all’indirizzo: immigrazione.prefpz@pec.interno.it entro e non oltre le ore 12 del giorno 28 aprile 2014».

A marzo si mobilitarono oltre alla Croce rossa italiana, anche l’associazione “Le Rose di Atacama” e l’Arci, riuscendo a trovare una sistemazione per tutti i migranti nella condizione di richiedenti asilo. E non è facile, vista l’esiguita del contributo ministeriale che è di 30 euro giornalieri (più iva) a persona. Ma in quella cifra bisogna farci rientrare vitto, alloggio, ricariche telefoniche, il “giornaliero” da consegnare all’ospite per le spese spicciole (come ad esempio le sigarette). Non è facile, ma finora le associazioni coinvolte ci hanno messo tutto il loro impegno. Ed è probabile che ne serva ancora molto.

a. g.

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