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Amantea – “No. Senza se e senza ma. Noi andiamo avanti perché sappiamo che lo Stato c’è e ci è vicino”: le parole del sindaco, Monica Sabatino, sono risuonate per diversi minuti nel teatro del Campus, tra gli applausi dei tanti che hanno voluto manifestare, partecipando al consiglio comunale straordinario, la solidarietà all’amministrazione comunale e all’intera città. Un’assise indetta dallo stesso primo cittadino, a seguito dei quattro atti intimidatori che si sono verificati tra venerdì e lunedì della scorsa settimana. Due proiettili calibro 9 ciascuno, inseriti in quattro buste, fatte ritrovare in circostanze diverse ma con tecniche sovrapponibili, allo stesso primo cittadino, al vicesindaco Giovanni Battista Morelli, all’assessore Sergio Tempo e al consigliere Franco Chilelli. Eventi che hanno fatto ricordare con inquietudine quanto accaduto alla città tra la fine del 2007 e il 2008, con l’operazione “Nepetia” e il successivo scioglimento del consiglio comunale per mafia, poi riabilitato con sentenza del Consiglio di Stato.

Sul proscenio erano seduti i consiglieri comunali, che si sono uniti, oltre agli scranni della maggioranza e della minoranza loro assegnati dai cittadini durante le scorse elezioni del 25 maggio scorso, in un sentimento di sdegno verso chi prova a mettere in discussione con la violenza le istituzioni democratiche e in particolare quelle locali, che affrontano la responsabilità di governo tra mille ristrettezze di bilancio e spesso e in particolare nella nostra regione, sotto la pressione della criminalità organizzata. Seduti accanto ai consiglieri, in primis, a rappresentare il Governo, il ministro Maria Carmela Lanzetta e il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, e poi i parlamentari Doris Lo Moro, Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno. Nelle prime poltrone si sono poi succeduti i candidati alle imminenti elezioni regionali Wanda Ferro e Mario Oliverio.

Al di là dei sentimenti di condanna che sono emersi da ogni intervento, tre sono apparsi i motivi di fiducia che gli amministratori amanteani hanno fatto propri: la pronta risposta dello Stato con un forte aumento della presenza delle forze dell’ordine in questi giorni in città ma anche con l’impegno, esternato dal ministro Lanzetta e da tutti i parlamentari, ad approfondire anche nelle commissioni pertinenti il caso Amantea, il lavoro riservato ma intenso della magistratura e poi l’ affettuosa vicinanza dei cittadini e delle stesse istituzioni agli amministratori.

“D’istinto – ha spiegato il sindaco Sabatino nel descrivere i primi momenti dopo aver ricevuto la grave intimidazione – ho detto ‘chi me lo ha fatto fare’. Ma dopo qualche minuto ho capito che non dovevo mollare. Non ora e non dopo questo. Non potevo darla vinta a chi avrebbe voluto condizionarmi o intimidirmi. Non avrei potuto guardare le mie figlie negli occhi e dire loro che mi ero arresa. Non è questo l’insegnamento che voglio dar loro, perché non è quello che ho avuto io. E non è questo il messaggio che voglio dare ai tanti ragazzi e studenti delle scuole della nostra città, che sono qui”.

“La percentuale degli atti intimidatori impuniti è troppo alta. Dobbiamo cercare di capirne le cause e porvi rimedio. Gli amministratori che subiscono intimidazioni non devono retrocedere, ma, così come sta avvenendo ad Amantea, devono continuare il loro percorso di legalità e buona amministrazione”: così ha commentato la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti di amministratori locali.

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