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AMANTEA (CS) – Si sono riuniti sul grande piazzale del porto turistico cittadino intorno alle dieci di stamattina, com’era stato annunciato nei giorni scorsi, per accendere un faro sulla complessa situazione in cui si trova la struttura, posta sotto sequestro il 23 giugno scorso dal Gip del Tribunale di Paola, Carmine De Rosa, su richiesta del Orocuratore della Repubblica, della stessa sede giudiziaria, Bruno Giordano. 

Un provvedimento eseguito dalla Capitaneria di Porto e dalla locale Delegazione di Spiaggia che discende da una serie di problemi che da tempo inficiano le attività del bacino, incredibilmente, dopo ben 13 anni dall’entrata in funzione, ancora senza  il collaudo tecnico-amministrativo. Diportisti, pescatori, operatori del settore e delle cooperative che lavorano nel porto, si trovano ora a dover affrontare una serie di disagi gravi e oggettivi che stamattina hanno voluto raccontare alla stampa. A partire dal fatto che, con i porti vicini saturi, i diportisti non sanno dove trovare ospitalità.

Ricadute negative che vanno dalla difficoltà a rimuovere le imbarcazioni dal porto, come previsto dall’ordinanza del Gip e trovare approdo presso altre strutture lontane e già sature, a quella del lavoro messo in forse per gli operatori che assicuravano fino al 23 giugno scorso l’ordinata gestione della struttura.  Ora si attende l’udienza di domani in cui, davanti al Tribunale del riesame, si discuterà il ricorso che l’amministrazione comunale ha promosso avverso il provvedimento del Gip. Entro il 20 dovrebbe esserci la sentenza.

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