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Il protocollo di Kyoto prevede che in tutto il pianeta, entro il 2020, il consumo di Co2 venga ridotto del 20%, prevedendo l’incremento dei sistemi di efficirentamento energretico, dei sistemi di produzione di energia da fonte rinnpovabile e il miglioramento dell’utilizzo dei vettori energetici per la mobilità.
Il principio, in se’ è semplice. L’applicazione, però, richiede cambiamenti delle consuetudini e di meccanismi già consolidati, che le pubbliche amministrazioni dovranno essere in grado di applicare.
Nasce così il Patto dei sindaci, uno strumento che la commissione europea nel 2008 ha attivato per consentire a tutti gli enti pubblici (anche alle comunità più piccole) di unirsi per raggiungere questo obiettivo. La Provincia di Matera nel settembre 2010, ha sottoscritto l’accordo di partnenariato con la Commissione europea, assumendo il ruolo di coordinatore territoriale. L’amministrazione comunale ha approvato qualche giorno fa, in consiglio comunale, il Paes.
Il Piano di azione per l’energia sostenibile (Paes) del Comune di Matera (redatto dall’ing. Giuseppe Gravela, dall’arch. Dino Di Paola insieme agli ingegneri Elisabetta Negro e Filomena Venezia) ha come anno base il 2009 e prende in considerazione quanto già fatto (periodo A) e quanto ancora resta da fare (periodo B) in tema di efficienza energetica nell’illuminazione, domotica, sistemi di riscaldamento, rinnovo del parco autobus per il trasporto pubblico, incentivazione di impianto fotovoltaici domestici e su edifici pubblici e adesione al progetto Rifiuti Zero, oltre naturalmente all’incremento del sistema di raccolta differenziata.
“Un atto importante – spiega il consigliere comunale Giuseppe Tragni, entusiasta promotore del Paes che ha seguito in tutte le sue fasi, il quale illustra alcuni dati – La città di Matera nel 2009, ha prodotto 237.348 tonnellate di Co2, ovvero 4 tonnellate pro capite. Il trend di emissioni fino al 2012 ha indicato che la riduzione è stata pari circa al 4% (nel frattempo aumentato)”.
E sul capitolo più importante, quello delle coperture finanziarie, Tragni spiega: “Potranno essere individuate attraverso forme di finanziamento diretto o indiretto, utilizzando il Paes come strumento di agevolazione per accedere ai finanziamenti europei”.
L’amministrazione comunale, ovviamente, si impegnerà a realizzare tutte le forme di risparmio energetico necessarie per incrementare le percentuali attuali. L’attuazione di tali azioni fungerà da esempio e promozione affinchè tale meccanismo possa essere assimilato e attuato dai cittadini.
Spetta a loro, infatti, trasformare stili di vita che “consumano” troppo, in abitudini quotidiane che conducono anche ad un minor peso sulla bolletta energetica, a cominciare ad esempio da un corretto ricorso alla raccolta differenziata, ma anche a quello delle automobili private e ai trasporti pubblici. In questo ultimo caso, l’amministrazione comunale ha come obiettivo il rinnovo dei mezzi (proposta indicata nel Paes) con 28 veicoli elettrici e 5 ad idrogeno.
Una svolta, insomma, nello spirito della città smart ormai in atto da tempo nel resto d’Europa e del mondo.
E il consigliere Tragni conclude, sottolineando il percorso che ha condotto all’approvazione del Paes: “Prima da assessore all’Energia, oggi da capogruppo di Alleanza per l’Italia partito che sostiene la green economy, sono soddisfatto per aver seguito, accompagnato, promosso e sostenuto questo percorso, che ha visto una fase di ricerca e trascrizione dei dati e coinvolgimento dei cittadini”.

a.ciervo@luedi.it

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