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LA REGIONE vuole sapere di più sull’andamento dei lavori nel cantiere di Tempa Rossa dove Total sta costruendo il suo centro oli. E così l’assessore Berlinguer ieri ha riunito al dipartimento ambiente i rappresentanti della compagnia petrolifera francese, i sindaci di Gorgoglione, Corleto e Guardia Perticara, tutti rientranti nell’area della concessione petrolifera e i dirigenti di Asp e Apab. Al centro delal discussione un paio di prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata a Total per la messa in opera del centro oli. La questione è soprattutto di competenze in merito alle prescrizioni 10 ed 11. La prima prevede la creazione di un inventario socio-economico-ambientale. L’inventario resta «di stretta competenza della Regione e tenderà a fotografare le ampie ricadute delle attività estrattive sul piano, appunto, sociale, occupazionale, economico e ambientale».
Molto diversa invece la questione riguardo la prescrizione 11 e del cosiddetto “punto zero” sui monitoraggi ambientali. In sostanza bisogna fotografare la situazione ambientale attuale per capire quali potranno essere le ricadute quando l’impianto sarà a pieno regione. Di questo, però, se ne dovrà occupare la stessa Total che già da tempo per monitorare le matrici ambientali ha consegnato i lavori ad una ditta specializzata. I monitoraggi dovrebbero essere pronti per ottobre del 2015 «vengono svolte previa condivisione tecnica e sotto il controllo di Arpab». E a proposito di Arpab, l’agenzia ambientale, secondo quanto scaturito dalla riunione, sta effettuando attività di definizione del punto zero sulle acque e sedimenti del torrente Sauro. Analisi che dovrebbero essere disponibili entro un paio di mesi.
In mezzo ci sono i sindaci dell’area, sempre più preoccupati dalle possibili ricadute ambientali. E alle domande Total avrebbe «chiarito» ogni dubbio.
Per Berlinguer intanto «questi incontri devono essere più frequenti e mi impegnerò affinché questo tavolo venga convocato almeno su base trimestrale. È molto utile che tutti i soggetti coinvolti, specie le comunità locali, siano tenute informate di ogni avanzamento in materia».
Il richiamo al dialogo tra le parti si ripresenta anche dopo: «Dobbiamo coinvolgere tutte le comunità a vario titolo interessate – ha aggiunto Berlinguer- e partecipare gli esiti dei vari studi e valutazioni in atto: sul versante ambientale e su quello socio-economico. E che ciascuno faccia la sua parte nella necessaria distinzione di ruoli. L’impresa svolge il monitoraggio. L’Arpab verifica e controlla. La Regione svolge, con l’ausilio dell’Università e di altri Enti competenti, ulteriori analisi di sua competenza».
Sulla questione del punto zero erano stati sollevati nei mesi scorsi diversi dubbi sull’imparzialità dell’azienda. «Il progetto del “punto zero” – scriveva la Ola – è stato redatto dall’Università “Luiss” e da Golder Associates di Torino. Una società che il rapporto della Cgil Basilicata iscrive tra le aziende dell’indotto Eni. La Golder Associates fa parte infatti di un grande gruppo mondiale sorto a Toronto in Canada ed operante in tutto il mondo, autodefinitosi di “proprietà dei dipendenti”. In Italia però risulta aderente ad Assomineraria dietro cui vi sono certamente le multinazionali del petrolio. Qualche dubbio quindi solleva questo cosiddetto consulente ambientale “indipendente”».

v.panettieri@luedi.it

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