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MATERA – Si svolgerà sabato 23 gennaio a partire dalle 17,30 in Piazza Vittorio Veneto il corteo per le unioni civili che sta facendo il giro dell’Italia. Il collettivo donne di Matera e il Ciruc (comitato per il riconoscimento delle unioni civili-città di Matera) invitano tutti i cittadini ad unirsi alla manifestazione nazionale #Svegliatitalia che si svolgerà in 87 piazze d’Italia. Si tratta della prima mobilitazione nazionale dell’anno 2016 e riguarda la vicenda dei diritti civili. E’ maturo il tempo in cui si riconoscano per tutti. “Tante piazze per raccontare l’uguaglianza”.

Non una ma tante piazze in tutta Italia, per dare forza al traguardo dell’uguaglianza: in vista della discussione al Senato del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Sabato 23 gennaio anche a Matera in rappresentanza della Basilicata saranno in piazza con il sostegno di tante adesioni da parte di associazioni e di singoli a testimoniare una sensibilità crescente e trasversale tra i cittadini e le cittadine che hanno compreso che non si può vietare ciò che non danneggia gli altri. L’appello rivolto a Governo e Parlamento durante tutte le manifestazioni sarà sempre lo stesso indipendentemente dalla città in cui avverrà il corteo.

«L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni. Il desiderio di ogni genitore è che i propri figli possano crescere in un Paese in cui tutti abbiano gli stessi diritti e i medesimi doveri. Chiediamo al Governo e al Parlamento di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese. La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone. Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti».

Il programma ufficiale della città di Matera prevede diversi appuntamenti nel corso della giornata di sabato.

Collettivodonnematera e Comitato Registro Unioni Civili si riuniranno a Matera in Piazza Vittorio Veneto (nei pressi del Cinema Comunale) in mattinata. Dalle ore 10,00 alle ore 13,00 ci sarà un bacchetto informativo che sarà a disposizione di tutti coloro che vogliono approfondire le loro informazioni sul Ddl Cirinnà e Unioni Civili. Alle ore 17,30 ci sarà il raduno in piazza per la manifestazione. Alle ore 18,00 inizio manifestazione con interventi vari, poi alle ore 18,30 flash mob: sincronizziamo le sveglie, orologi e cellulari e alziamo in alto i cuori dello stesso amore (saranno distribuiti in piazza).

Infine alle ore 19,00 conclusione della manifestazione di Matera.

Uno dei problemi e dei punti più discussi continua però ad essere l’articolo 5, in cui si parla della stepchild adoption. La stepchild adoption – che in inglese significa letteralmente “l’adozione del figliastro” – è la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio, naturale o adottivo, del partner. In Italia è già prevista per le coppie eterosessuali sposate da almeno tre anni o che abbiano vissuto more uxorio (“secondo il costume matrimoniale”, cioè in sostanza convivendo) per almeno tre anni ma siano sposate al momento della richiesta. Non è valida per le coppie omosessuali, non essendo riconosciuto il matrimonio né altre forme di unione per le persone gay. La legge Cirinnà esclude l’applicabilità dell’istituto dell’adozione legittimante.

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