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NEW YORK – Il gigante democratico ha conquistato New York. Dopo 12 anni di regno di Michael Bloomberg, la città che non dorme mai ha scelto proprio durante la notte italiana, l’italo- americano Bill De Blasio come nuovo sindaco.

Cinquantadue anni, newyorkese della lower class, De Blasio porta il cognome di sua madre, originaria di Sant’Agata dei Goti in provincia di Benevento, ed ha origini lucane di Grassano per parte dei nonni. E’ il 109° candidato sindaco, il primo a stravincere con il 70% dal 1897. Le sue prime parole sono state destinate proprio all’Italia, con il saluto ai suoi amici di Roma e del Sud, dove si è impegnato a tornare nella prossima primavera.

Padre di una famiglia multietnica, De Blasio nei sondaggi staccava di almeno 45 punti il rivale repubblicano, Joe Lotha.

Il candidato del partito dell’Elefante è lo sconfitto. Rappresentava la continuità, di fronte al vento del rinnovamento rappresentato da De Blasio. Se il democratico promette maggiori tasse per i più ricchi in modo da finanziare la scuola pubblica, il repubblicano – che in passato ha lavorato anche a Wall Street – esprimeva il timore che le grandi banche e corporation possano abbandonare New York.

La prima sfida del vincitore sarà il confronto con Bloomberg. Il sindaco miliardario e filantropo esce di scena dopo 12 anni con Ground Zero ricostruita, un milione di alberi piantati, un surplus nel bilancio e la criminalità ridotta ai minimi storici. Il passaggio storico è avvenuto in una giornata grigia e fredda; i newyorchesi hanno deciso un cambio della guardia e una svolta politica: dopo vent’anni di guida di centrodestra nella città più di sinistra d’America hanno eletto Bill. Secondo i primi risultati la sconfitta di Lotha è quella di una filosofia politica che ha cavalcato le promesse di una nuova età dell’oro, è stata umiliante: De Blasio ha vinto con una maggioranza schiacciante, circa il 71% del voto, una “landslide”, una vittoria “a valanga”, un mandato pieno a portare avanti fino in fondo le riforme e i cambiamenti che aveva promesso in campagna elettorale.

New York, dunque, cambierà pelle: dopo 20 anni di politica pro business, di tolleranza zero contro il crimine, di permessi per costruire dovunque, ci sarà una brusca stretta. A chi pensava che dopo la vittoria de Blasio potesse virare al centro, la risposta è giunta dal comizio della vittoria. Abbiamo concluso che il nuovo sindaco non ha creato i suoi slogan per opportunismo politico, non ha parlato «di due città» per mobilitare il voto dei più poveri, ma lo ha fatto perchè ci crede fino in fondo, perchè è la sua filosofia di sempre, perchè pragmatismo per lui significa una cosa soltanto: tornare a sperimentare a sinistra e con il dirigismo politico: «Non siamo definiti dalla freddezza delle strutture dei nostri grattacieli, ma dal calore e dalla forza del nostro spirito collettivo» ha detto ieri sera raggiante nel discorso della vittoria, circondato dalla moglie Chirlene e dai due figli Chiara e Dante, il simbolo stesso del crogiuolo razziale e del progressivismo sociale che caratterizza la sua filosofia politica. New York affascina nell’immediato perché la città ama sperimentare. E perché questa volta il cambiamento è radicale, De Blasio ha vinto grazie all’appoggio incondizionato di gruppi di pressione e rappresentanti di categoria dai quali Michael Bloomberg aveva mantenuto un rapporto di distanza se non addirittura di antagonismo. De Blasio vuole che i contratti della città non vadano necessariamente al più competitivo, ma siano, invece, distribuiti anche fra minoranza e piccole imprese che non ce la fanno contro i colossi.

Dopo che Bloomberg aveva fatto di tutto per mantenere una separazione netta fra stato e chiesa – non autorizzava le preghiere in palestra, non ha autorizzato altri autobus a gruppi ebraici, non ha consentito l’aggiunta di due giornate festive musulmane – De Blasio dovrà cedere. Ci saranno preghiere nelle palestre, ci saranno quasi certamente i due giorni in più di vacanza per i musulmani e si concederà che certi gruppi di ebrei ortodossi possano svolgere la circoncisione seguendo un rituale oggi proibito: potranno cioè succhiare il sangue dal pene del bambino appena circonciso, una pratica pericolose per infezioni e dunque illegale. De Blasio 52 anni porterà anche una ventata progressista nell’immagine stessa della sua famiglia, la moglie Chirlane McCray, 58 anni una poetessa che fu in passato lesbica, è afroamericana. I figli si chiamano Chiara, 18 anni e Dante 16 anni, carnagione chiara tipo Barack Obama. Porta una ventata di allegria fra i sindacati. Se c’è una cosa che De Blasio ha fatto bene, è stata quella di raccogliere l’appoggio di tutti i sindacati che contano, da quello degli insegnanti a quello dei dipendenti pubblici da quello delle infermiere a quello dei tassisti, fino a decine di altre organizzazioni sindacali, religiose, sociali e di quartiere. Sono serbatoi di decine di migliaia di voti che de Blasio ha corteggiato con lungimiranza, abilità e, soprattutto, comunanza di vedute. Ora lui è l’uomo della svolta.

a.corrado@luedi.it

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