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LAMEZIA TERME – Erano le 23 di ieri sera quando una bomba è esplosa nel portone d’ingresso di una casa tre piani abitata da tre famiglie in via Enrico Toti, a poca distanza dalla centralissima piazza Mazzini. Per fortuna non si sono registrati feriti ma tanta paura e danni all’abitazione presa di mira oltre che a un furgone e due autovetture in sosta. Lo scenario che si è presentato ieri sera la dice lunga sull’emergenza criminale che sta vivendo la città. Proprio ieri è arrivata la decisione del Governo di non sopprimere il Tribunale di Lamezia secondo il criterio di zona ad alta densità criminale. 

La bomba di ieri sera (si è trattato probabilmente di un avvetimento a un giovane con precedenti che abita al terzo piano dell’abitazione dove è stato fatto espolodere l’ordigno) è l’ennesimo episodio criminale che si verifica a pochi giorni di distanza dalla bomba fatta esplodere davanti il cancello d’ingresso dell’abitazione di un collaboratore di giustizia. Pochi giorni prima erano esplose altre due bombe davanti due bar gestiti dai familiari di altri due collaboratori di giustizia. E ieri oltre alla bomba nel pomeriggio (intorno alle 16) è stato rapinato l’ufficio postale di via Aldo Moro, sempre in centro, quando un giovane armato di coltello con il quale ha minacciato l’unica dipendente presente in quel momento, ha messo a segno un “colpo” da 840 euro. Tutto questo mentre proprio due giorni fa in un incontro pubblico il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci, ha annunciato il rafforzamento del controllo del territorio.

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