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di FRANCESCO CANINO
DOPO il trasferimento del Pronto soccorso dell’Annunziata nella nuova struttura del DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione), avvenuto alla mezzanotte del 20 febbraio scorso, un altro reparto ha abbandonato la vecchia sede per sistemarsi in nuovi locali. Si tratta dell’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione, che nella notte tra giovedì e venerdì scorso è stata spostata dall’ospedale vecchio al terzo livello del DEA. Con i suoi diciassette posti letto, il reparto non ha smesso di essere operativo nonostante i disagi che accompagnano tutti i traslochi.
Iniziato una decina di giorni fa, con la stesura di un piano organizzativo, presto divenuto operativo, il trasferimento ha impegnato gran parte del personale sanitario afferente al reparto di Anestesia e Rianimazione, oltre a personale esterno addetto ai traslochi. I pazienti ricoverati prima del trasferimento sono stati trasportati da rianimatori e infermieri che durante il tragitto hanno praticato manualmente la respirazione artificiale.
Lo spostamento del reparto di Anestesia e Rianimazione rientra nel programma di completamento del DEA che ha previsto, secondo i moderni criteri nazionali, anche un livello per ospitare la Cardiologia e la Cardiologia interventistica, reparti separati dall’ultimo atto aziendale. Al momento, però, sembra che rimarranno nella vecchia struttura insieme alla Neuro TAC e alla TAC-Body, mentre sono da poco iniziati gli scavi per le fondazioni del nuovo edificio che ospiterà le sale operatorie del DEA.
Intanto sono stati svuotati gli ambienti che ospitavano il Pronto soccorso e il Centro di Rianimazione, diversi metri quadrati che potrebbero essere recuperati per migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini. Non sappiamo ancora quale sarà la loro destinazione, né se rimarranno abbandonati a se stessi. Ciò che importa ora, dopo quasi diciassette anni di attesa, è che il DEA, seppur parzialmente, sia entrato in funzione malgrado gli annosi problemi ereditati, come la carenza di personale che nella nuova struttura, viste le ampie dimensioni e il carico di lavoro purtroppo in aumento, è maggiormente sentita da medici e pazienti.
 

COSENZA – Dopo il trasferimento del Pronto soccorso dell’Annunziata nella nuova struttura del DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione), avvenuto alla mezzanotte del 20 febbraio scorso, un altro reparto ha abbandonato la vecchia sede per sistemarsi in nuovi locali. Si tratta dell’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione, che nella notte tra giovedì e venerdì scorso è stata spostata dall’ospedale vecchio al terzo livello del DEA. Con i suoi diciassette posti letto, il reparto non ha smesso di essere operativo nonostante i disagi che accompagnano tutti i traslochi.Iniziato una decina di giorni fa, con la stesura di un piano organizzativo, presto divenuto operativo, il trasferimento ha impegnato gran parte del personale sanitario afferente al reparto di Anestesia e Rianimazione, oltre a personale esterno addetto ai traslochi. I pazienti ricoverati prima del trasferimento sono stati trasportati da rianimatori e infermieri che durante il tragitto hanno praticato manualmente la respirazione artificiale.Lo spostamento del reparto di Anestesia e Rianimazione rientra nel programma di completamento del DEA che ha previsto, secondo i moderni criteri nazionali, anche un livello per ospitare la Cardiologia e la Cardiologia interventistica, reparti separati dall’ultimo atto aziendale. Al momento, però, sembra che rimarranno nella vecchia struttura insieme alla Neuro TAC e alla TAC-Body, mentre sono da poco iniziati gli scavi per le fondazioni del nuovo edificio che ospiterà le sale operatorie del DEA.Intanto sono stati svuotati gli ambienti che ospitavano il Pronto soccorso e il Centro di Rianimazione, diversi metri quadrati che potrebbero essere recuperati per migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini. Non sappiamo ancora quale sarà la loro destinazione, né se rimarranno abbandonati a se stessi. Ciò che importa ora, dopo quasi diciassette anni di attesa, è che il DEA, seppur parzialmente, sia entrato in funzione malgrado gli annosi problemi ereditati, come la carenza di personale che nella nuova struttura, viste le ampie dimensioni e il carico di lavoro purtroppo in aumento, è maggiormente sentita da medici e pazienti.

 

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