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VIBO VALENTIA – Assoluzione in primo grado e, adesso, anche in sede di Appello per l’ex assessore regionale alla Sanità Gianfranco Luzzo, accusato di concussione nell’ambito di uno dei numerosi stralci dell’inchiesta Ricatto, la presunta “Sanitopoli vibonese” che nel 2005 aveva travolto l’Azienda sanitaria provinciale. La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato, ieri, l’assoluzione per il componente della giunta di centrodestra guidata dal presidente Giuseppe Chiaravalloti. Luzzo era stato, come detto, scagionato dl ogni accusa  il 23 marzo del 2007, “perché il fatto non sussiste”, dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Vibo Valentia. Il reato contestato all’ex assessore faceva riferimento ai lavori per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero di Vibo Valentia, un appalto per circa 23 milioni di euro. Secondo l’accusa, l’ex assessore avrebbe costretto una delle imprese appaltatrici a concedere ad un’altra ditta il subappalto dei lavori. Nel corso del processo di secondo grado, l’accusa aveva chiesto la condanna dell’imputato a due anni, mentre il difensore, l’avvocato Francesco Gambardella, ha chiesto la conferma dell’assoluzione. Furono trenta gli indagati tra ex direttori generali dell’Asp che si sono succeduti alla guida dell’azienda negli ultimi quattro anni, medici, politici e imprenditori. I carabinieri e la procura di Vibo avevano individuato una presunta struttura associativa, definita anche “comitato d’affari”, che, secondo quelle che erano state le risultanze investigative, aveva lo scopo di assegnare appalti a imprese che, in cambio del “favore”, versavano ingenti somme di denaro. I reati contestati andavano a vario titolo dall’associazione a delinquere all’estorsione, dalla concussione al falso. Ma anche, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, soppressione e occultamento di atti, e finanziamento illecito a partiti politici. Tra gli illeciti contestati c’era anche una presunta tangente di circa 2 milioni e 165mila euro incassata per la costruzione del nuovo presidio ospedaliero del capoluogo. Un progetto che esiste da oltre 50 anni e che ancora non ha visto la luce.

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