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Un pezzo della nostra storia rischia di annegare nell’indifferenza dei poteri locali e nazionali. Le Tavole Palatine, resti di quello che fu un formidabile tempio innalzato in onore della dea Hera all’alba del VI secolo avanti Cristo (e testimonianza di una civiltà che fonda la filosofia greca e quella moderna), sono sommerse dai detriti e dal fango smossi dall’alluvione del 7 ottobre. Il Quotidiano della Basilicata chiede al Ministro della Cultura e a tutti gli Enti competenti di attivarsi urgentemente per salvare un patrimonio culturale che appartiene non solo alla Basilicata e all’Italia, ma a tutta l’umanità.

 

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha un consolidato legame con la Basilicata e con Matera in particolare. Qui ha una casa, e i Sassi ospitano il Museo realizzato dalla sua Fondazione. Eppure, quando lo abbiamo interpellato, anche lui sapeva poco o nulla delle drammatiche conseguenze del nubifragio che ha investito lunedì scorso il Metapontino. All’inizio ha reagito perfino con scetticismo. Ma quando ha realizzato la gravità della situazione si è detto pronto a fare la sua parte. Ecco il resoconto della nostra intervista.

Dottor Sgarbi, l’area archeologica di Metaponto affonda in un lago d’acqua e fango. Il nubifragio del 5 ottobre ha causato danni dei quali ancora non abbiamo un resoconto preciso. Stiamo cercando di mobilitare personalità della cultura…

“Sì, ho sentito. Ma non sapevo che ci fossero danni all’area archeologica. Ma va bene. Contate pure su di me. Però, sa?  Non è che si può dare sempre la colpa all’uomo per i danni causati dagli eventi naturali. Ci sono fenomeni  che sfuggono al nostro controllo. E le alluvioni sono uno di questi”.

Sì, ma che quella del Metaponto fosse un’area a rischio alluvionale, lo sapevano anche i greci che costruirono quei templi. Tant’è che fecero in modo che le strutture portanti delle colonne poggiassero su anfore galleggianti…

“Ma perché? Di quali colonne stiamo parlando?”

Delle Tavole Palatine…

“Ma come, proprio le Tavole Palatine?  Sì, avevo letto del nubifragio, ma non immaginavo…Sono stato lì non più tardi di sei mesi fa. Le Tavole Palatine sono uno dei siti archeologici più importanti d’Italia. Ma cosa è successo di preciso?”

L’acqua ha invaso tutta l’area, ha inghiottito le colonne, è giunta fino all’altezza dei capitelli…

“Voglio venirci. Ci andiamo insieme. Devo assolutamente rendermi conto di quel che è successo. Ma il ministero della Cultura lo sa? “

Il Quotidiano della Basilicata ha sollevato il caso. Stiamo cercando di organizzare un appello per la tutela dell’area…

“Sì, bisogna fare qualcosa. Promuovere una campagna. Come è stato fatto per Sibari (il 18 gennaio il Crati ruppe gli argini e riversò più di 200 mila metri cubi di acqua e di fango sull’area archeologica, ndr). Lì siamo riusciti a fare qualcosa”.

Anche allora fu lanciato un appello. Dal Quotidiano della Calabria. Adesso noi faremo qualcosa di simile per Metaponto. Lei ci sta?

“Certo. Stasera ne parlo con Massimo Bray. Gli chiederò di intervenire. Il ministero della Cultura non può non far sentire la sua voce in  una questione che riguarda un patrimonio storico artistico come questo. La salvaguardia di uno dei templi più antichi della Magna Grecia non è un problema che riguarda soltanto la Basilicata, ma tutto il Paese”.

a.grassi@luedi.it

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