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SUI 183 chilometri di binari delle Appulo lucane, più veloci dei treni viaggiano solo le raccomandazioni. In Basilicata, come in Puglia. Meglio se a interessarsi delle “pratiche” sono esponenti di rilievo del Pdl, possibilmente vicini al consiglio di amministrazione della società Fal, che dal 2001 viene nominato direttamente dal ministero competente. E’ così che sulla poltrona più prestigiosa dell’azienda di trasporti privata, ma a partecipazione statale, si sono seduti prima Alessandro Tamburrino e dal 2008 Matteo Colamussi. Quest’ultimo – al momento dell’incarico presidente del consiglio comunale del suo paese (Pdl) e vicesegretario provinciale di Fi – è stato fortemente voluto dal ministro pugliese Raffaele Fitto. Ma il ministro Matteoli per la nomina del nuovo cda della srl si fa consigliare anche dal sottosegretario ai Trasporti, il lucano Guido Viceconte, che pensa bene di inserire tra i cinque componenti anche il cugino Felice. Ai consiglieri d’amministrazione evidentemente non dispiace l’idea che se qualcuno proprio deve salire sulla carrozza delle Fal meglio che provenga dalla stessa area politica. O che comunque sia gradito ai big locali del partito. Anche se si tratta di posti da operai generici. L’importante è salire a bordo. Ad assicurare una dignitosa ascesa all’interno della società ci pensano gli stessi vertici. Il Pdl lucano non disdegna la “prassi”, a meno che non si voglia concludere che tutte quelle affinità tra i fortunati assunti e i politici in questione, spesso consacrate da vincoli di amicizie personali o parentele, non siano altro che il frutto della pura casualità. Ma andiamo con ordine. E torniamo indietro di qualche anno. Precisamente al 2008, quando le Fal non potendo più procedere a nuove assunzioni per chiamata diretta, hanno pensato alla strada dei tirocini formativi finalizzati all’occupazione per 69 giovani lucani. Servono conducenti di linea, operai specializzati, operatori di stazione e di manovra. I corsi durano sei mesi. Ma al termine del percorso formativo non per tutti c’è il tanto agognato posto di lavoro. Senza alcun criterio trasparente viene scelta solo una parte dei partecipanti. Quasi tutti riconducibili agli esponenti del centrodestra lucano, a eccezione di alcuni, figli di dipendenti, che nel frattempo hanno scelto la via del prepensionamento. Tra i nuovi dipendenti spiccano i nomi di Francese Clemente, figlio del segretario del deputato Pdl Vincenzo Taddei e quello della moglie di Francesco Nolè, direttore dell’Ustif competente per Potenza, ossia l’ufficio del ministero dei trasporti che rilascia autorizzazioni ed effettua controlli su tratti e mezzi del servizio di trasporto. Ma di mezzo non c’è solo la politica. E mentre nello stesso periodo in Puglia esplode lo scandalo dei figli dei sindacalisti assunti nelle Fal (di cui si occupa con una approfondita inchiesta La Repubblica di Bari) anche in Basilicata il sindacato lucano si accaparra la sua fetta di torta. Ai tirocinanti tagliati fuori (all’incirca una quindicina), senza che venga data loro alcuna plausibile motivazione non viene rilasciato neppure un attestato di frequentazione del corso. A febbraio del 2009 la federazione trasporti delle rappresentanze sindacali di base invia una lettera al presidente del Cda della Fal. Chiede perché al termine dei tirocini formativi l’azienda non abbia provveduto a stilare un elenco sulle idoneità dei partecipanti né una graduatoria finale, benché il bando prevedesse che “le Fal si riservano di valutare le capacità dei tirocinanti, anche acquisite nel periodo di formazione, al fine dell’eventuale instaurazione del rapporto di lavoro”. Evidentemente l’azienda ha ritenuto di non dover dar conto sui metodi adottati per la valutazione. Passa qualche anno e si cambia metodo. E’ la fine del 2010 e per procedere al reclutamento di cinque ausiliari generici l’azienda si affida a un’agenzia di lavoro interinale, la Job Centro Italia spa. I posti sono pochi e gli aspiranti sono tanti. Le selezioni di svolgono così: test attitudinale scritto – senza sbarramento per chi ha conseguito un punteggio basso alla prima prova – e prova orale a porte chiuse. Il che consente a Donato Nolé – altro parente dell’ingegnere direttore dell’Ustif – di arrivare quinto e guadagnarsi il posto, con il voto allo scritto più basso e quello all’orale più alto. Ma il più bravo in assoluto, tanto da arrivare primo, è Garofalo Cipriano. E’ stato sindaco di Oliveto lucano fino a qualche mese fa. L’appartenenza politica è scontata: Popolo delle libertà.

Mariateresa Labanca

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