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DA qualsiasi punto di vista la si guardi l’edizione 2015 del Presepe Vivente nei Sassi appare davvero come un bicchiere a metà, mezzo pieno o mezzo vuoto che sia ma comunque con la necessità di riempirlo di alcune decisioni e contenuti. Le trentamila presenze, anche di più che si sono registrate con un lavoro importante che ha allungato il periodo di festività per le attività commerciali è certamente un risultato ragguardevole che richiede però delle scelte ulteriori. Evitando di buttare il bambino con l’acqua sporca ma mettendo riparo a brutture e disfunzioni che pure non sono mancate e che hanno creato discussioni e polemiche con i social network a farla da padrone.
«Qualcosa che non è andato c’è stato, diciamolo..» ha spiegato nel corso di un lungo e articolato intervento il sindaco Salvatore Adduce, non tutto ha funzionato alla perfezione per esempio la mobilità cittadina così come problemi ci sono stati lungo il percorso, in piazza con presenze promozionali come minimo inopportune e che «non rivedremo perchè autorizzazioni come queste non ne verranno date più» ha aggiunto Adduce. L’idea poi di un progetto vero e proprio da presentare ed attorno al quale costruire il presepe in uno scenario unico come quello dei Sassi è stata l’altra necessità fortemente evocata per evitare che il contesto cittadino si disperdesse eccessivamente. Facendo perdere ai Sassi la sua naturalità.
Risposte, necessità miglioramenti che mettono un punto fermo che vogliamo sottolineare. Il Presepe si conferma una grossa occasione, una chance turistica e ricettiva concreta ma anche una macchina da rodare e migliorare perchè non tutto ha funzionato nella maniera migliore. Adduce lo ha sottolineato, ha preso parte delle responsabilità, ha confermato che «auto nei Sassi non ce ne dovranno più essere, qui non ci sono più amicizie, molti saranno quelli che rimarranno insoddisfatti» ha tenuto a ribadire e sottolineare.
Il cambio di prospettiva adesso diventa evidente, fronteggiare in questo come in altri eventi un’invasione di migliaia di persone è una necessità che la città dovrà imparare ad affrontare e dovrà farlo meglio di quanto visto in questo Presepe. Una città che avrà anche bisogno di essere più pulita, più vicina alle esigenze ed alle attese dei turisti che arrivano. Certo poi dovrà rispondere anche ad alcune delle necessità che ci sono.
«Non è possibile che il Comune non abbia responsabilità in quello che è successo» ci dice fermandoci in piazza Vittorio Veneto Sandro Calculli, un cittadino che vuole sottolineare difficoltà e disfunzioni, «bastava poco per informare che c’erano bagni disponibili per esempio al boschetto in via Lucana o mettere dei bagni chimici, basterebbe poco per chiudere via del Corso completamente al transito delle auto ma molte cose non si fanno e non si ascoltano i cittadini».
Uno sfogo in piena regola che però testimonia la preoccupazione e la rabbia di oggi di molti cittadini. Anche se Adduce anche ieri in conferenza stampa ha sottolineato: «non voglio riempire la città di bagni, non è possibile, non succede in altre parti. Ci vuole in questi casi più collaborazione».
Uno sforzo però negli orari, nelle necessità, in ciò che viene messo a disposizione anche lungo il percorso dei Sassi andrà fatto pure in questo senso. Senza riempire la città ma comunque garantendo un servizio che più volte viene lamentato.
Una costante oggettivamente poco gradevole su cui si può probabilmente fare di più. Ma questo vale anche per una città decisamente sporca e che per diversi giorni ha mostrato dal centro alla periferia cassonetti stracolmi e rifiuti non ritirati, ieri alle 14 era in corso il lavoro di raccolta dopo giorni di stop. Una questione anche questa da non sottovalutare, un’altra domanda a cui dare risposte a testimonianza che il Presepe non è solo ciò che si vede ma è stato un’esame per una città che ne dovrà superare molti e ben più importanti nella sua marcia di avvicinamento al 2019.
L’ultima parola è per l’organizzazione del Presepe. Non può passare, almeno per noi, il messaggio che tutto è filato liscio.
La realtà che abbiamo visto noi e non solo noi, parlava di molte luci e molte ombre. Laddove si vedono solo le luci o solo le ombre c’è probabilmente un problema. Una difficoltà ad ammettere di poter crescere ulteriormente in futuro, partendo da ciò che quest’anno non è andato. Ma per farlo bisogna affrontare la realtà.

 

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