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A Bernalda,12.500 abitanti,terrazza posta a 130 metri di altezza che guarda sullo Jonio ( a 12 km), nella piazza di san Bernardino da Siena,alle spalle del castello, dei ragazzi mi indicano la casa di Lucia,una signora che custodisce le chiavi della chiesa madre intitolata al santo senese. La chiesa del XVI° secolo offre alla piazza una bella,imponente e lineare facciata in pietra e mattoni,così come il campanile. All’interno, un grande  affresco sulla parete dietro l’altare (Cristo crocifisso,circondato da santi) e un ipogeo che Lucia mi mostra sollevando gentilmente un lastrone vicino all’altare. Faccio per accomiatarmi alla volta del castello, visitabile solo dall’esterno, e lei si offre ancora di accompagnarmi. Il castello,appartenuto alla famiglia Caruso fino al ’97 e poi venduto al Comune che pare ne voglia fare un ostello per la gioventù,è compatto ed armonico nelle forme, con due robuste torri cilindriche a basamento rinforzato ed una a parallelepipedo. Due pareti esterne, rivolte verso la valle del Basento, proteggono con le torri un grande annesso palazzo che si affaccia sulla piazza San Bernardino. Nel passato in quei luoghi si sono avvicendati Normanni ,Angioini ed Aragonesi  e la costruzione che oggi vediamo fu fatta erigere dal segretario del re Alfonso II di Napoli,Bernardino De Bernaudo. Da qui l’attuale nome della città,che anticamente i fondatori, sfuggiti alla distruzione di Metaponto, avevano chiamato Camarda. De Bernaudo per cautelarsi da lunghi assedi fece costruire numerosi pozzi per avere sufficienti  e sempre disponibili risorse idriche e cunicoli che sfociavano giù al fiume per avere sempre una via di fuga. Mi avvio verso il centro attraverso un corso all’inizio del quale è affissa una foto di Luigi Plati ( “Eroi in Corso”,si legge,” I Bernaldesi alla Grande Guerra”),passando per la bella chiesa del Carmine (facciata bianca con finte colonne gialle) che non riesco a fotografare per intero a causa della sua posizione,con il prospetto principale nel corso che sto percorrendo e quelli laterali e posteriore  in vicoli adiacenti. Quasi di fronte,una costruzione in vendita (!…) con annesso campanile,con orologio e due piccole campane sovrapposte. Una chiesetta poi trasformata in abitazione? Un signore al quale chiedo non sa rispondermi:”quello? E’ l’orologio” continua a ripetermi. Mi propongo di chiedere altre informazioni ma un delizioso spettacolo attira la mia attenzione: una frotta di bimbi appena usciti da scuola,alcuni da soli rincorrendosi, atri due in bici seduti dietro alla loro mamma,si danno voce come agnellini quando tornano festosi dalle loro mamme e dagli amici e possono finalmente saltellare felici. Fra bei palazzi fioriti,cartoline animate dallo svolazzare dei panni stesi,e lame di sole e paesaggi che filtrano attraverso i vicoli, arrivo nella grande piazza del municipio, corpo unico con il convento di Sant’Antonio. All’interno subito il chiostro ed al piano superiore gli uffici del comune. Purtroppo non riesco a trovare nessuno che mi accompagni a curiosare all’interno della grande antica struttura del castello. Mi piace sempre soffermarmi nei luoghi storici per raffiguramene la vita passata. Pranzo di fronte alla casa del grande Francis Ford Coppola (da gustare sul web il suo corto “Basilicata Autentica”!),il proprietario del ristorante mi dice che ormai il regista è diventato di casa e che non si sottrae all’affetto della gente,ma mi dice anche che la sua presenza non incide più di tanto sul’economia del paese. Sta di fatto però,gli dico, che il grande regista sta contribuendo notevolmente a far conoscere la nostra bella Lucania e ad attrarre un numero sempre più consistente ed entusiasta di visitatori. Grazie,Maestro!

*Presidente sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra

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