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ROMA – «Una volta, in uno dei cestoni che l’asino portava ci mettevano me e in quell’altro, per farli essere uguali, ci schiaffavano tanto di pietrone…»,  declama Paolo Paoloni mentre Enzo Lapolla gli fa eco: «Na vòte, nda une d’i spurtone ca lle purtàite u ciucce mi ci mittìne a mmi e nda quill’ate, cchi lle fè i’èsse père, ci scaffàine tante nu piscone», uno scambio di versi dall’italiano al dialetto tursitano per regalare alla platea un po’ di Albino Pierro, un po’ di quell’autore lucano riconosciuto tra i poeti dialettali più famosi del Novecento italiano.  Sono i versi di “U spurtone” (Il cestone), recitati questa mattina, negli spazi della società Dante Alighieri a Roma, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Museo della Poesia Pierriana, un nuovo spazio museale realizzato dal Centro Studi “Albino Pierro” Onlus, a Tursi, nella Casa-Museo del poeta.  «Un’istituzione che nasce con l’obiettivo di rendere reali i luoghi, gli attrezzi, gli usi e i costumi che il Maestro lucano racconta nelle sue poesie», ha sottolineato Francesco Ottomano, presidente del Parco Letterario Albino Pierro, nel corso della presentazione.  

Presenti alla conferenza, oltre ad Ottone, anche il presidente della Società Dante Alighieri, Bruno Bottai, il segretario generale Alessandro Masi, il presidente dei Parchi Letterari Stanislao de Marsanich, il sindaco di Tursi Giuseppe Labriola, il vice presidente del Parco Letterario “Albino Pierro”, Luigi De Lorenzo e, in sala, Rita Pierro, figlia del poeta lucano che si è detta particolarmente felice dell’iniziativa e speranzosa che possa essere utile a far conoscere e apprezzare sempre di più il poeta Pierro al di fuori dei confini lucani.

Il Museo vuole essere uno spazio in cui la poesia di Pierro prende forma, diventa visibile, gli oggetti non sono più solo raccontati ma diventano tangibili, così da poter essere conosciuti e riconosciuti anche da chi magari non li ha mai visti perché ormai passati in disuso. Proprio come “u spurtone”, quel cestone che si legava ai lati dell’asino per poter essere riempito di arnesi o cibo da trasportare. Protagonista dell’omonima poesia, “u spurtone” sarà in mostra nel Museo accanto ai versi che lo descrivono e non solo. «Abbiamo affidato a vari artisti lucani una poesia di Pierro chiedendogli di realizzare un quadro che la rappresentasse – dice ancora Ottomano – i dipinti saranno poi esposti accanto agli oggetti e ai versi di riferimento».

Il Museo della Poesia Pierrana, che sarà inaugurato il prossimo 31 ottobre, si inserisce nel più vasto progetto di diffusione e promozione dell’opera e della vita del  poeta, un progetto che nel 2010 ha visto la realizzazione del Parco Letterario e da lì tutta una serie di  iniziative che si sono succedute negli anni, fino ad oggi. Lo spazio museale, allestito al primo piano della Casa-Museo, è l’ultimo intervento alla struttura natale del poeta che vede  i piani superiori adibiti a biblioteca, dove vengono custoditi molti libri appartenuti al poeta e molte sue opere, oltre ad una pinacoteca che custodisce alcune opere realizzate in occasione del decennale della morte.

E oltre all’apertura dello spazio museale questi ultimi mesi del 2013 vedono in calendario una serie di altri eventi organizzati dal Centro Studi per celebrare la memoria del poeta. Si va dalla ristampa anastatica di “Mia Madre Passava”, “Il Paese sincero” e “Il transito del vento”, opere che verranno presentate a novembre; all’appuntamento “Un giorno con Albino Pierro e il suo paese” (il 28 novembre a Tursi), una giornata che consentirà ai partecipanti di visitare i luoghi descritti nelle poesie di Pierro, luoghi di ispirazione letteraria raccontati attraverso gli interventi di varie personalità lucane del mondo del cinema e dello spettacolo.

«Un progetto di cui parlavamo già da tempo – sottolinea ancora il presidente del Parco Letterario – e che abbiamo potuto realizzare grazie ai fondi Piot (pacchetti integrati di offerta turistica), fondi che riceviamo da tre anni e che ci hanno permesso di mettere in piedi tutta una serie di progetti, come ad esempio la ristampa di alcune opere del poeta che regaliamo ai visitatori della Casa-Museo per promuoverne la conoscenza».

Ma proprio quello dei fondi è un tema che apre la strada alle polemiche. E’ il sindaco di Tursi, a conclusione della conferenza, a sottolineare come la Basilicata sia potenzialmente una regione ricca ed autonoma. Le royalties del petrolio il centro del discorso, quelle royalties che il suo, come altri comuni fuori dall’area “petrolifera”, chiedono di redistribuire: se è vero che il petrolio deve essere un bene comune, allora ne dovranno beneficiare tutti i  comuni della Basilicata, il principio del discorso. Fondi che per Labriola potrebbero essere utilizzati per realizzare agevolmente iniziative di promozione culturale come quelle in nome di Pierro, senza doversi preoccupare sempre delle risorse che mancano. «Nelle casse del comune di Viggiano  dal 2008 ad oggi sono finiti ben 83 milioni e mezzo di euro» sottolinea Labriola riferendosi ad un articolo del Quotidiano di qualche giorno fa in cui veniva elencato il  flusso delle compensazioni economiche derivanti dall’estrazione del greggio secondo le cifre riportate dal Ministero dello Sviluppo economico. «A questo punto il mio Comune chiederà di essere adottato da quello di Viggiano», conclude sarcastico, ma neanche troppo, il primo cittadino di Tursi. 

m.boggia@luedi.it

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