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REGGIO CALABRIA – Segnare con gesti tangibili il primato della legalità in un terra bella ma difficile; favorire l’imprenditoria sana e concorrenziale contro la prepotenza delle mafie che inquinano il libero mercato e le sue regole; sostenere una economia che si regga sulla libertà e sull’impegno contro la minaccia ed il ricatto. Sono questi i significati che hanno accompagnato la cerimonia di inaugurazione, a Palazzo Campanella, della Bottega della Legalità «il G(i)usto di Calabria» intitolata ad un bambino, Domenico Gabriele, chiamato affettuosamente «Dodò», finito nel mirino della criminalità, per un tragico errore del destino, mentre giocava a calcetto con altri suoi coetanei a Crotone. «E’ anche questa una scelta per tenere alti la memoria e l’impegno contro le mafie», ha detto il Presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico ricordando i tanti visitatori e le migliaia di giovani che ogni anno avranno modo di visitare a Palazzo Campanella la nuova struttura. Si suggella dunque l’accordo di cooperazione fortemente voluto dal Presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico e dal presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò con l’associazione «Libera» che è stato consacrato all’unanimità dall’Assemblea in un apposito ordine del giorno approvato nella seduta del 22 febbraio 2011. Ubicata al piano terra di Palazzo Campanella, la Bottega della Legalità, la prima in Calabria, è l’emblema di una bella esperienza imprenditoriale di soci reggini e del Trentino Alto Adige che la massima Istituzione della regione ha inteso sostenere. Nella Bottega sono esposti e posti in vendita i prodotti antimafia, ricavati cioè dai terreni confiscati alla ‘ndrangheta e dati in gestione a cooperative sociali che, anche in Calabria, esprimono modelli di sviluppo economico fondati sulla legalità, dando opportunità di lavoro a tanti giovani. Prima del taglio del nastro che ha sancito l’apertura al pubblico della Bottega, nella sala «Nicholas Green», sono state rievocate le tappe di questo percorso ed i significati sottesi all’iniziativa che oggi ha trovato ufficialità. Al convegno sono intervenuti il Presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò, numerosi consiglieri regionali, i referenti nazionali e regionali dell’associazione «Libera», rispettivamente Gabriella Stramaccioni e Mimmo Nasone, il presidente della cooperativa «I Chora», Dimitri Praticò, l’imprenditore Tiberio Bentivoglio e i genitori di Dodò Gabriele, Giovanni e Francesca Gabriele. Presenti all’iniziativa, inoltre, il Procuratore generale della Repubblica presso il Tribunale di Reggio, Salvatore Di Landro, il Vicario generale della Curia Arcivescovile della Diocesi Reggio-Bova, don Antonino Iachino, il Vicepresidente della Provincia di Reggio, Giovanni Verduci, l’assessore provinciale alla Cultura e alla Difesa della Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo, autorità militari della regione, i rappresentanti di tanti altri sodalizi impegnati sul fronte della legalità e numerosi studenti delle scuole di ogni ordine e grado della città di Reggio Calabria. I lavori del convegno si sono aperti con un concerto degli allievi della scuola «De Gasperi» diretti dal Maestro Roberto Caridi e, nel corso dell’iniziativa, il Presidente del Consiglio, Francesco Talarico e il Presidente della Commissione contro la ‘ndragheta, Salvatore Magarò hanno consegnato una targa di ReggioLiberaReggio a Dimitri Praticò, presidente della cooperativa «I Chora» . Nel suo discorso, il Presidente del Consiglio regionale ha sottolineato che «Il G(i)usto di Calabria – Dodò Gabriele è il primo esempio in Italia di ‘Bottega della Legalità’ ospitata nella sede di un Consiglio regionale, segno di un patto forte tra Istituzioni, politica ed associazionismo per un impegno comune rivolto all’affermazione dei principi di legalità e corresponsabilità». «In Calabria – ha aggiunto Francesco Talarico – colgo un risveglio delle coscienze che è segno di speranza. Grande è la voglia di partecipazione e forte il bisogno di riscatto, soprattutto nei giovani. Ed è proprio dal loro entusiasmo e dalla voglia di cambiare che oggi dobbiamo ripartire, mettendo nuovo slancio in tutto quello che facciamo. È tempo di riscoprire l’orgoglio di essere calabresi rifuggendo pericolose generalizzazioni, tentazioni di discredito e luoghi comuni che rappresentano il principale favore all’illegalità ed il più pesante danno ai calabresi ed alla Calabria, una regione che, fra tante difficoltà sta comunque cercando di emergere e di risollevarsi. Grazie al lavoro instancabile della magistratura e delle forze dell’ordine che tanti brillanti risultati hanno conseguito nella lotta alla criminalità, la speranza che la ‘ndrangheta non è invincibile è forte ed attuale. Ce la possiamo fare tutti insieme lavorando in un’unica direzione e in nome di valori comuni. Oggi siamo qui per celebrare un traguardo che ci eravamo posti all’inizio della legislatura e che ci ha visto coesi, maggioranza e minoranza, contro la criminalità e l’illegalità, senza se e senza ma. Continueremo ad aprire le porte del Palazzo ad ogni apprezzabile iniziativa in grado di diffondere una nuova cultura, fatta di diritti e di doveri che ci renda capaci di progredire sulla strada della civiltà e nel percorso di liberazione da ogni forma di bisogno».

«L’avere intitolato la Bottega della Legalità del Consiglio regionale a Dodò Gabriele, il ragazzo undicenne ucciso mentre giocava in un campo di calcetto a Crotone, è stata una dimostrazione di vicinanza verso i genitori del bambino, ma anche un atto dalla forte carica simbolica» ha sostenuto il capogruppo dell’Udc Alfonso Dattolo, secondo cui «tutti coloro che verranno a visitare la Bottega della legalità sapranno quant’è accaduto il 25 giugno del 2009. Mentre, compito della politica, anche sulla spinta di questo delitto atroce, rimane quello di non lasciare nulla d’intentato per isolare e sconfiggere la criminalità organizzata».

«L’idea di inserire negli spazi dell’Assemblea legislativa calabrese la Bottega della Legalità con l’ausilio fondamentale di Libera, è un’idea condivisa e sostenuta da tutti noi». E’ l’opinione di Giuseppe Giordano, consigliere regionale di Idv, secondo cui «rappresenta, inoltre una decisione unanime e ci fa sperare che, dinanzi a fenomeni così disastrosi da ogni punto di vista come la criminalità organizzata, ci può e ci deve essere una visione coesa e non incrinata dalle diatribe politiche. Proprio perché, come ci insegna la tragedia di Dodò e della sua famiglia, la mafia non riguarda soltanto qualcuno, ma tocca tutti indistintamente».

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