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di MARIATERESA LABANCA
POTENZA – All’Apt di Basilicata (l’Agenzia di promozione turistica), Gianni Lacorazza non ha rivali. Almeno non in fatto di selezioni. Dopo aver vinto, alla fine dello scorso dicembre, il concorso per un posto di “Istruttore direttivo esperto in media planning ”, ora, il fratello del presidente della Provincia di Potenza, raddoppia: è ancora una volta lui il primo classificato nella selezione indetta dalla stessa agenzia di promozione del territorio per un posto da “funzionario coordinatore delle attività di comunicazione”. In entrambi i casi si tratta di posti di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Mica male, di questi tempi, portare a casa due risultati così importanti. A lui non rimane che scegliere su quale cavallo puntare. Evidentemente le competenze e la professionalità acquisite l’hanno premiato nel primo e nel secondo caso.
Molto probabilmente, però, la cosa non passerà sotto silenzio. Almeno a giudicare dalle tante polemiche che già la prima selezione aveva fatto esplodere, soprattutto in rete.
Tanto che un iscritto di Facebook aveva provocatoriamente simulato un concorso, indicando tra i requisiti preferenziali l’essere “fratelli e/o parenti fino al terzo grado di presidenti della Provincia, sindaci, presidenti della Regione e assessori ; essere stati portavoce e/o collaboratori dell’ex presidente del consiglio regionale; e soprattutto tessera del Pd”. Sull’onda delle polemiche anche l’opposizione, per una volta, non era rimasta in silenzio e si era lanciata all’attacco, mettendo sotto accusa il rapporto di parentela del bravo candidato Gianni con il presidente della Provincia Piero. E’ il caso di dire che l’opinione pubblica aveva preso a cuore la vicenda. Solo qualche settimana prima, tanto aveva fatto discutere anche il concorso alla Regione vinto dall’assessore alla Provincia di Potenza, Domenico Di Lascio. Ed è per questo che ora la circostanza del doppio successo di Lacorazza all’Apt agli occhi dei malpensanti deve essere sembrata addirittura spudorata. «Ma come – si penserà – nonostante il clamore che il primo caso aveva suscitato, si continua a utilizzare sempre gli stessi sistemi?». A poco più di un mese di distanza ci risiamo. «E’ possibile che in questa regione per vincere un concorso bisogna essere necessariamente del Pd e comunque parente o amico di qualcuno?». Va detto che, anche in questa seconda selezione, così come era accaduto per la prima, a fare la differenza sono stati i titoli accumulati per i servizi svolti presso pubbliche amministrazioni e di esperienze professionali, oltre quelli relativi al titolo di studio. Ciò ha consentito al più grande dei fratelli Lacorazza – già giornalista professionista dell’ufficio stampa della Provincia di Potenza con la presidenza Altobello, che ha preceduto quella del fratello, e poi portavoce del presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino – di accumulare ben 18 punti.
E così, anche se la sola somma del punteggio delle due prove scritte e dell’orale non gli avrebbero consentito di andare oltre il quarto posto, grazie ai titoli accumulati, Gianni Lacorazza, su 113 candidati ammessi alla selezione è risultato ancora una volta il migliore. Non era andata altrettanto bene, invece, la prova dell’ex portavoce del presidente Folino per un posto all’Arpab di Basilicata, sempre in qualità di comunicatore. Qui i titoli di Lacorazza non sono bastati a superare in graduatoria le prime due classificate: la cognata del deputato Salvatore Margiotta e una compaesana del presidente della Regione, Vito De Filippo.
Una “sconfitta” che deve essere pesata poco: chiusa la porta dell’Arpab si sono spalancati ben due portoni all’Apt. Ora il fratello del presidente della Provincia dovrà scegliere se rimanere “istruttore direttivo esperto in media planning” o accettare il posto da “funzionario coordinatore delle attività di comunicazione”. Una cosa è certa: il lavoro a lui non manca
m.labanca@luedi.it

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