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POTENZA – Arbea e Piano di ridimensionamento scolastico. In mezzo la designazione di alcuni consiglieri regionali che entrano a far parte in alcuni consigli di amministrazione e comitati. Questi i tre punti fondamentali su cui è stato impegnato ieri il consiglio regionale. Tutta la prima parte dei lavori, in ogni caso, è stata assorbita dalle polemiche e dalle discussioni sull’Arbea. Un lungo “fiume” di interventi e prese di posizione che ha fatto slittare a tarda serata la discussione (alle 23 era ancora in corso la riunione della Commissione competente a porte chiuse con i lavori del consiglio sospesi e in attesa della ripresa) del Piano di ridimensionamento scolastico che ha mobilitato una numerosa platea di addetti ai lavori e amministratori locali i quali per tutta la giornata hanno seguito l’iter consiliare.
In tutto questo, la massima assemblea legislativa lucana, comunque è partita in mattinata proprio con il dibattito sull’Agenzia regionale per le erogazioni finanziarie in agricoltura. Dibattito che è stato rinviato di due settimane dopo che il 18 gennaio scorso l’assessore regionale all’Agricoltura Vilma Mazzocco aveva esposto la propria relazione sull’attuale situazione dell’Arbea e sulle prospettive in chiave futura.
E da lì si è aperta la discussione con l’opposizione sugli scudi che senza troppi giri di parole ha definito fallimentare la gestione del caso Arbea da parte di Mazzoco. Dopo aver quindi dichiarato la propria insoddisfazione per la relazione dell’assessore, il consigliere del Pdl, Gianni Rosa, supportato dai suoi colleghi dell’opposizione, ha chiesto alla stessa Mazzocco di consegnare le proprie dimissioni dalla giunta.
Il dibattito è quindi esploso con la maggioranza che ha fatto muro intorno all’assessore e alla giunta regionale e l’opposizione che non ha risparmiato strali.
In buona sostanza è partito proprio Gianni Rosa che alla fine delle considerazioni tecniche (ha volutamente detto di voler integrare la relazione «monca dell’assessore») ha tunato: «La bomba che l’assessore tenta di non fare esplodere è esplosa da tempo, le macerie sono sotto gli occhi di tutti, sono gli 86 milioni di euro di multa, sono i servizi che il mondo dell’agricoltura in questi anni non ha potuto ricevere. Oggi, se vogliamo essere responsabili, la strada da seguire è una sola: chiusura del’Arbea come da noi proposto già diversi mesi orsono». E quindi contro la Mazzocco, Rosa ha aggiunto: «Ci basta quindi pensare che l’assessore Mazzocco, resasi complice nel coprire le magagne di questo sistema , comprenda che sono improrogabili ed improcrastinabili le sue dimissioni».
Sulla stessa linea pochi minuti dopo ha proseguito l’altro consigliere regional del Pdl, Mario Venezia: «Riteniamo che la comunicazione dell’assessore sia scialba, irricevibile e francamente omissiva e deludente».
Più moderato è stato invece l’intervento di un altro pidiellino, Franco Mattia che pure ha messo all’indice «il fallimento delle politiche regionali di questi anni che hanno contribuito, in assenza di provvedimenti adeguati di sostegno, a rendere più problematica e grave la situazione delle imprese agricole, assoggettate sempre più alla contrazione dei redditi ed alla dilatazione dei debiti, portando il sistema agricolo al collasso organizzativo e produttivo, essendosi ormai fortemente lacerato il tessuto imprenditoriale, che non sembra più capace di rispondere ai vari programmi comunitari».
E’ stata la volta poi del consigliere regionale dei Dec, Roberto Falotico (che in sede di voto poi alcune ore dopo si è astenuto) che ha iniziato il proprio ragionamento parlando da ex assessore lucano all’Agricoltura: «Mi sento di dire oggi per allora, che se non c’è un nuovo spirito pubblico il sistema agricoltura di Basilicata, cambiando anche mille assessori, difficilmente avrà una risposta e in modo particolare quando si parla di una realtà come è l’organismo pagatore».
E quindi Falotico assolvendo in buona sostanza l’assessore Mazzocco e anche l’ex direttore Arbea, Grabriele Di Mauro ha attaccato il governatore De Filippo: «Ho avuto la sensazione di un presidente senza governo o un governo senza presidente». In definitiva il consigliere Falotico ha sottolineato: «Il tema è capire fino in fondo il governo e quando parlo del governo innanzi tutto parlo del presidente della giunta Regionale, che intende fare?».
A difesa di Mazzocco c’è stato poi l’intervento di Alessandro Singetta (stesso partito politico) che dichiarandosi contrariato dalle richieste «strumentali» di dimissioni ha attaccato il centrodestra: «Ora trascinare in campo politico anche questi fatti che hanno un rilievo locale evidentemente non mi pare che rendiamo un servizio né alla gente, né all’argomento che stiamo trattando. Tutti sappiamo come il presidente Berlusconi abbia la simpatica abitudine di sottrarsi non soltanto ai giudizi di carattere politico ma anche a quelli in ambito giudiziario, preferisce sottrarsi, ma si sottrae comunque al giudizio e allora il primo che si dovrebbe dimettere in Italia è Berlusconi».
A quel punto le fibrillazioni in aula hanno assunto toni altissimi. Ci sono state urla e prese di posizione nette.
Ha rimesso il dibattito nei canali della moderazione Gennaro Straziuso del Pd: «Allora ci sono tutte le ragioni – ci troviamo di fronte ad una moria di aziende agricole circa 800 hanno chiuso – perché il consiglio partendo da questo dibattito di oggi faccia un pensiero nelle Commissioni e trovi le soluzioni migliori».
Con gli interventi a seguire poi di Giannino Romaniello (Sel), Michele Napoli (Pdl), Ernesto Navazio (Ial), Vincenzo Ruggiero (Udc), Luigi Scaglione (Pu), Enrico Mazzeo Cicchetti (Idv) e Nicola Pagliuca (Pdl) si è arrivati alla replica dell’assessore Mazzocco che è stata interrotta numerose volte dalle proteste di Rosa e gli altri del Pdl con il presidente del consiglio Vincenzo Folino e lo stesso governatore De Filippo che più volte sono intervenuti a difendere l’assessore dalle critiche. In sintesi l’assessore all’Agricoltura ha spiegato: «La mia non è stata una relazione politica, ma tecnica, che non andava alla ricerca dei colpevoli del passato ma delle possibili soluzioni». Per concludere con l’impegno: «Ora dobbiamo dare qualche altro mese ad Arbea per consentire di portare a compimento questa accelerazione anche in vista dell’eventuale richiesta di riconoscimento all’Unione europea dello status di organismo pagatore, sempre che gli orientamenti nazionali vadano in questo senso».
Subito dopo il consiglio ha proceduto alla designazione dei propri rappresentanti nel Comitato regionale di indirizzo dell’Arpab (Ruggiero e Napoli), nell’Osservatorio regionale per il volontariato (Robortella e Sarra ), nella Commissione lucani all’estero (Scaglione e Mollica), nel Comitato indirizzo Arbea (Straziuso e Mattia), nel Comitato consultivo per gli interventi regionali per la pace (Vita, Dalessandro, Castelluccio e Falotico) e nel Comitato di coordinamento istituzionale per le politiche del lavoro (Venezia, Navazio e Braia).

Salvatore Santoro

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