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REGGIO CALABRIA – Per l’operazione di trasbordo delle armi chimiche nel porto di Gioia Tauro (LEGGI), l’Italia aveva già pagato all’Opac un contributo di due milioni di euro. Il dato è stato fornito ieri in conferenza stampa alla prefettura di Reggio Calabria da Giovanni Brauzzi, vicedirettore generale e direttore centrale per la sicurezza, il disarmo e la non proliferazione del Ministero degli Affari esteri.

Il governo italiano, ha spiegato il dirigente ai cronisti, aveva già deciso di dare un contributo economico per l’operazione di disarmo. «Quando successivamente -ha raccontato-abbiamo deciso di offrire un porto italiano per il trasbordo, man mano che siamo andati avanti si è posto il problema di chi paga e abbiamo chiesto e ottenuto che a valere sul contributo italiano ci sia un’assunzione di responsabilità dell’Opac a copertura di tutte le spese relative a questa operazione». 

GUARDA IL FOTORACCONTO DELL’OPERAZIONE A GIOIA TAURO

Tra le spese rientra anche l’indennizzo «per il mancato utilizzo del porto secondo valutazioni fatte sulla base delle statistiche dei traffici». Brauzzi ha sottolineato che «il contributo italiano sostanzialmente torna indietro». 

Non ci sono altre spese sostenute dalla Regione o dalla Provincia di Reggio Calabria. E’ imponente invece lo sforzo del governo in termini di uomini appartenenti alle forze dell’Ordine chiamati a occuparsi della sicurezza e dell’ordine pubblico.

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