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SAN FERDINANDO (RC) – Il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi, si è detto pronto ad occupare il porto di Gioia Tauro, che in buona parte ricade nel territorio del suo comune, per impedire a suo dire che la popolazione del comune corra rischi in riferimento all’arrivo delle armi chimiche siriane nel porto calabrese. «L’abitato – ha spiegato – si trova a 300 mentri dalle banchine. La dichiarazione del ministro Bonino – ha proseguito Madafferi – che la decisione è stata presa in accordo con autorità locali, è falsa. Loro – ha concluso il primo cittadino – hanno deciso tutto senza interpellare i due comuni direttamente interessati». In relazione proprio alle comunicazioni da parte del Governo, poi, il primo cittadino ha aggiunto all’Agi che «notizie non ne ho anche perchè ufficialmente non sono stato avvisato, registriamo anche questo sgarbo istituzionale». Intanto Madafferi incontrerà stasera il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino è stato il prefetto a convocare il sindaco per stasera. 

Nel frattempo questa mattina i sindaci di San Ferdinando e di Gioia Tauro, insieme a quello di Rosarno, si riuniranno per intraprendere azioni comuni volte ad assumere dalle autorità preposte le informazioni ufficiali in merito all’intera operazione mentre lunedì prossimo a San Ferdinando si terrà una manifestazione contro la scelta di far passare dalllo scalo marittimo calabrese la nave contenente le armi chimiche siriane destinate al disarmo. La manifestazione, che inizialmente doveva coinvolgere soltanto i 33 sindaci dei comuni del comprensorio, si è man mano estesa, aprendosi alla partecipazione di molti sindaci della provincia di Reggio Calabria e dell’intera Calabria. Nel corso della manifestazione saranno decise le forme di protesta che la popolazione attuerà contro la decisione del governo.

Da parte sua il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, ha chiarito che non c’è la volontà di «fare allarmismi inutili, ma contestiamo sia la scelta sia il metodo utilizzato, con nessuna preventiva informazione alle autorità locali. Ci è stato detto – ha proseguito – che è una missione di pace e che non dovremmo ribellarci, e che comunque sono trasporti che normalmente avvengono nel porto di Gioia, ma non ci pare che sia realmente così se la Sardegna e il suo presidente hanno rifiutato in modo sdegnato l’attracco di questa nave. Ancora ci chiediamo perchè questa operazione non viene fatta in un porto militare anzichè in un porto commerciale?. Il ministro Bonino – ha concluso Tripodi – ha detto che la scelta non è stata sua bensì del ministro delle Infrastrutture, mi domando se è opportuno che tale scelta sia lasciata a un solo ministro e non all’intero governo. Vorremmo essere rassicurati – ha ribadito il sindaco – in maniera ufficiale e con chiarezza».

 

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