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POTENZA – Nella sala conferenze della sede potentina dell’Agenzia regionale per l’ambiente, ieri mattina, i tempi dei monitoraggi assenti, dei dati omessi e delle coperture sembravano lontanissimi. La conferenza stampa in programma, consacrata dalla presenza del presidente De Filippo e l’assessore Mazzocco, è servita a presentare il nuovo centro di monitoraggio ambientale che dovrebbe dare alla Regione uno strumento molto potente per tenere sotto controllo quello che accade sul territorio. Ma è evidente che è soprattutto l’occasione formale per dare l’avvio ufficiale alla “fase due” dell’Arpa lucana, dopo la clamorosa inchiesta Fenice che ha visto coinvolti i vertici dell’agenzia. L’intervento politico del governatore lucano deve inevitabilmente parte da qui. Ammette «alcune recenti innegabili quanto significative scoperture» sul versante ambientale, sostanzialmente dovute al fatto che «la nostra regione si è trovata a fare i conti con insediamenti che rappresentavano una novità anche a livello nazionale e nel passato». Ma assicura che con l’avvio di questo centro, come di altre iniziative, “si dimostra che abbiamo saputo fare tesoro di esperienze ed errori. Oggi la Basilicata ha un sistema di controllo ambientale come pochi territori al mondo”. Insomma, una sorta di anno zero del sistema pubblico di monitoraggio ambientale. C’è da recuperare nell’opinione pubblica dei cittadini il sentimento di sfiducia che si è alimentato soprattutto negli ultimi mesi. La nuova rete di monitoraggio, con un con cuore in grado di coordinare e sintetizzare le informazioni che arrivano dalle tante braccia operative diffuse sul territorio, risponde innanzitutto all’esigenza di potenziare il sistema di controllo. E in secondo luogo a quello di garantire trasparenza: i dati aggiornati in tempo reale consentiranno agli utenti collegati in rete di tenere sotto controllo la situazione del territorio. Uno nuovo strumento che – come piace definirlo al neo assessore all’Ambiente, Vilma Mazzocco – sarà il “cruscotto ambientale” della Regione, cioè il punto dove convergeranno tutte le informazioni relative allo stato di aria, acqua, suolo. Accompagnato da una riorganizzazione interna all’Arpa che – annuncia il direttore generale dell’Agenzia, Raffaele Vita – al massimo entro un mese sarà portato a termine per il conseguimento di una migliore efficacia. Uomini e mezzi potenziati per far funzionare quella macchina, che negli anni passati ha toppato clamorosamente. Anche, e forse soprattutto, per colpa di una politica che ha assecondato e alimentato un sistema malato. «So bene che la politica non è la storia degli angeli – risponde a domanda il presidente De Filippo – Ma mi auguro che da ora in poi, rispetto alle questioni ambientali, la politica sappia alzare le mani per garantire la giusta autonomia». Il che in pratica corrisponde a un impegno: basta a clientele e pressing dall’alto. Sembra che questo sia stato il primo mandato affidato al neo direttore al momento del suo insediamento. Vita aggiunge: «La nostra Arpa non è l’attore di una stupida battaglia navale che all’occorrenza misura questo e quel valore oltre soglia. Siamo una comunità scientifica di grande rilievo in grado di leggere e interpretare quello che accade sul territorio». E se non bastassero le parole del capo, ci sono i dipendenti dell’Agenzia – ieri tutti mobilitati come per le grandi occasioni – a garantire in prima persona “professionalità e rigore”.

Mariateresa Labanca

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