X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

POTENZA – Altro che fannulloni. ll dg dell’Arpab starebbe cercando di «mettere le mani avanti» rispetto al bilancio negativo di 3 anni di gestione scaricando sui dipendenti le responsabilità per cui dovrebbe dimettersi. Così dimentica ad esempio chi aspetta «ancora il salario accessorio e le indennità di risultato dal lontano 2009».

Non s’è fatta attendere la reazione alle parole del direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Raffaele Vita, che sul Quotidiano di ieri ha spiegato il fuorionda sui fannulloni pubblicato da Corriere.it. Ripreso a sua insaputa da Antonio Crispino a margine di un’intervista su petrolio e questioni ambientali Vita si era lasciato andare a uno sfogo poco lusinghiero su alcuni sottoposti. «Teste di c***». Li aveva bollati. Aggiungendo che per aver provato a motivarne uno, poi forse pure pizzicato mentre scaricava film dal computer dell’ufficio, si era beccato una specie d’intimidazione. «Poco più di una decina di cretini protetti della politica e dei sindacati, quando non sono loro stessi sindacalisti». Ha rincarato la dose sul giornale di via Nazario Sauro. Scusandosi con la maggioranza dei dipendenti onesti e in molti casi «encomiabili». E giustificando per non aver intrapreso iniziative disciplinari perché le reputa «inutili». Ma se la politica ha ingoiato il rospo, ed è rimasta in silenzio affaccendata com’è nel pre-campagna elettorale (a parte il segretario cittadino dell’Mpa), da Cgil e Uil si è levata la protesta con tre comunicati durissimi diffusi in giornata.

«L’Arpab ha capacità, potenzialità e risorse per essere una delle migliori agenzie a livello nazionale, se solo avesse un serio piano “industriale”». Così Alessandro Genovesi e Roberta Laurino, segretari di Cgil Basilicata e Fp-Cgil Potenza. «Soprattutto potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel ricostruire quella fiducia essenziale, quando si parla di ambiente e salute, tra cittadini e mondo produttivo, dopo che anche recenti vicende hanno dimostrato l’incapacità di chi dirige l’agenzia di costruire, con il confronto con i sindacati, i lavoratori e le rappresentanze aziendali, un progetto complessivo d’interventi preventivi. Scaricare sui lavoratori le proprie incompetenze ed incapacità – concludono Genovesi e Laurino -, dopo anni in cui si è diretta male l’agenzia è solo un modo per coprire i propri fallimenti. Se poi il direttore Vita ha elementi certi per individuare lavoratori “coperti” da politici e fantomatici sindacati che non svolgono il proprio dovere con diligenza, allora faccia i nomi ed i cognomi, indichi i politici ed i sindacati che si permettono tali ingerenze. Altrimenti taccia e, facendo un bilancio del proprio lavoro, ne tragga tutte le conseguenze, dimettendosi».

«Scambiare un confronto sindacale di merito su problematiche che, tra l’altro, attengono il buon finanziamento dell’agenzia per una difesa corporativa di qualche non meglio identificato “fannullone” significa offendere la storia e l’onore del sindacato e dei suoi rappresentanti, alcuni dei quali in passato hanno pagato a caro prezzo questo loro impegno con atti di vera e propria intimidazione». Hanno incalzato Carmine Vaccaro e Antonio Guglielmi, segretari regionali di Uil Basilicata e Uil Fpl. «Dopo anni di malgoverno, nella nuova dirigenza erano state riposte tante speranze, ma evidentemente ci siamo sbagliati poiché il senso di responsabilità dimostrato dal sindacato in questi anni per aiutare la nuova dirigenza a portare l’Arpab fuori dal pantano è stato scambiato per debolezza. A titolo di esempio, i dipendenti del comparto e della dirigenza aspettano ancora il salario accessorio e le indennità di risultato dal lontano 2009, mentre non sono mancati atti unilaterali che rispondono, questi sì, alle logiche politiche da “bassa cucina”. Altro che privilegi!» Motivi per cui la  Uil Fpl «chiede alla Regione di intervenire per ristabilire le condizioni minime di confronto tra le parti»

Ancora più dura la rappresentanza aziendale della Cgil che si spinge a proporre «un commissariamento dell’agenzia o un’autogestione da parte dei dipendenti». Per gli rsu, il dg potrebbe aver «intuito (o ha raccolto voci di corridoio) che i lavoratori Arpab si stanno organizzando per denunciare quasi tre anni di gestione inefficiente, allegramente inutili e vocati sostanzialmente a far fronte agli  obiettivi che la politica di questa Regione, che lo ha nominato, gli avrà  posto». In primis: «annebbiare le conseguenze infauste della gestione Sigillito». E poi: «traghettare» verso un posto di lavoro a tempo indeterminato i ricercatori di Metapontum Agrobios. Quindi pongono una serie di questioni sull’assenza di un piano strategico regionale di tutela delle varie matrici ambientali, criteri di scelta e retribuzione del management, diritti e competenze negate. «L’inadeguatezza dell’attuale direttore, a parte le sue esternazioni, è mostrata dal caos organizzativo in cui versa ad oggi l’agenzia». Insomma una bocciatura senza appello. 

«Nulla di personale contro l’ottimo direttore Vita», precisa anche Mario Guarente dell’Mpa, prima di scagliarsi contro «la frequente inadeguatezza di alcune persone rispetto al ruolo che svolgono grazie alle nomine politiche». Meglio quindi «mettere a concorso» quelle postazioni «per garantire che gli enti sub regionali, provinciali e comunali vengano finalmente gestiti da persone che abbiano competenze rispetto al ruolo che vanno a ricoprire».

l.amato@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE