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COSENZA – All’alba è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un cittadino marocchino di 25 anni, Hamil Medi, commerciante ambulante residente a Luzzi, pronto secondo gli investigatori, a raggiungere gli scenari di guerra. È stato fermato per auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale.

Grande soddisfazione del ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha rimarcato come «oggi è stato arrestato un marocchino, indagato per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, reato introdotto con il decreto antiterrorismo, oggi diventato legge. Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perché premiano il lavoro delle Forze dell’Ordine e offrono nuovi strumenti normativi ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare». 

Il giovane, giunto in Italia nel 2006, con permesso di soggiorno è stato monitorato per diverso tempo dagli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia.

Medi è indagato per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo con particolare riferimento al fenomeno dei foreign fighters. Accuse smentite dal diretto interessato: «Sono andato in Turchia solamente per pregare» ha detto ai poliziotti di Cosenza al momento dell’arresto. «Mi avevano già contestato – ha aggiunto – di appartenere all’Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora
ribadisco che non appartengo all’Isis. Sono andato in Turchia solamente per pregare».

L’uomo era arrivato in Turchia lo scorso 10 luglio, dove è stato fermato dalle autorità per un controllo. Al termine degli accertamenti, le autorità turche, d’intesa con gli uomini dell’Antiterrorismo italiano, lo hanno respinto per motivi di “sicurezza pubblica” e lo hanno fatto rientrare in Italia. Al momento dell’arresto, all’uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo

«L’arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l’auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero – ha commentato il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri – lo abbiamo monitorato costantemente dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia».  

«C’è stata una attività investigativa molto serrata ed a tutto campo, senza tralasciare nessun particolare – ha aggiunto il questore di Cosenza Luigi Liguori – e proprio durante le indagini sono emersi una serie di elementi che poi hanno indotto la Dda a chiedere l’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita stamane».

SCARICAVA MATERIALE PER L’AUTOADDESTRAMENTO E IL MARTIRIO – «Il ragazzo attraverso internet era riuscito a dotarsi di manuali e video per l’autoaddestramento, era attento ma scaricava in continuazione video riferibili all’Isis o al martirio». ha detto il Procuratore aggiunto Bombardieri. «Dobbiamo – ha aggiunto – ancora vagliare tutte le altre informazioni, ma di certo ci sono contatti telefonici con terroristi. Mehdi aveva già mostrato la volontà di recarsi in Belgio a fine settembre, viaggio poi rinviato per motivi di famiglia. Sappiamo che vi erano liti continue anche con i familiari a causa di un’estremizzazione dei dettami religiosi, al punto che vietava al fratello di chiamare la fidanzata al telefono o di recarsi al mare dove c’erano donne in costume».

CONTATTI CON AMBIENTI TERRORISTICI DI PARIGI E AMSTERDAM – «Dalle indagini emergono triangolazioni con utenze contattate anche da altri terroristi». Ha detto il procuratore aggiunto Bombardieri. «In particolare – ha aggiunto – coincidenze di utenze con soggetti che sono stati accertati essere responsabili di attività riconducibili al terrorismo internazionale, tra cui anche una a cui faceva capo anche Ayoub El Khazzani, l’attentatore del treno Parigi-Amsterdam».

A LUZZI. «E’ stata una sorpresa» ha detto il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco all’Adnkronos. «Lo conosco, la sua famiglia abita a Luzzi da molti anni e sono integrati. La notizia mi sorprende e la affronto con cautela, non conoscendone ancora i risvolti. Chiederò alla questura o alla prefettura il preciso capo d’imputazione e notizie più dettagliate. A Luzzi c’è una buona presenza di famiglie marocchine, molte di esse hanno avuto il contributo per mensa e trasporto scolastico e oggi stesso chiederò agli uffici comunali se pure la famiglia di questo ragazzo ha beneficiato di queste misure. Noi siamo intervenuti per garantire la migliore integrazione di queste famiglie sul territorio, aiutandole come detto a fare frequentare la scuola ai figli. Finora non abbiamo mai avuto problemi».

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