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COSENZA – Il reggente del clan degli zingari di Cosenza, Franco Bruzzese, latitante dal gennaio scorso, è stato arrestato dalla polizia. L’uomo è stato bloccato nel corso della notte all’interno di un appartamento in via Panebianco, nel centro della città, da personale della squadra mobile e della Direzione centrale Polizia anticrimine, servizio polizia scientifica e Servizio centrale operativo. Gli agenti hanno raggiunto il latitante in un appartamento sistemato ai piani alti d’un palazzo gentilizio anche grazie all’intervento dei vigili del fuoco che hanno utilizzato una scala con rampino.

Era, quindi, nascosto in un appartamento di un tranquillo palazzo, proprio nel centro di Cosenza. L’uomo è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo della polizia. Franco Bruzzese, coinvolto in diverse operazioni e accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e rapina, era ricercato per una sentenza definitiva di condanna a 12 anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio ai danni di un altro nomade, Antonio Bevilacqua, e per la violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Per la sua cattura, visto che si nascondeva in un appartamento al nono piano di un palazzo di recente costruzione, sono stati fatti intervenire anche i Vigili del Fuoco. Bruzzese ha atteso una ventina di minuti prima di aprire la porta. Ma poi, alla fine, ha dovuto consegnarsi agli agenti. Non ha opposto resistenza e non ha reso particolari dichiarazioni. Il materiale trovato nell’abitazione, in cui il latitante, secondo quanto riferito in conferenza stampa, si trovava non certo da breve tempo, è stato sequestrato per approfondimenti. Nell’appartamento, tra le altre cose, gli agenti hanno trovato un un tapis roulant, la tv, la playstation. L’uomo, indicato come il reggente del clan degli zingari, aveva a disposizione anche una moto. Al momento dell’arresto non era armato e non ha opposto resistenza.

«Stiamo seguendo molte piste e siamo alle prese con diverse indagini che riguardano il clan degli zingari», ha precisato Vincenzo Antonio Lombardo, Procuratore Capo della Dda di Catanzaro. «Mi fa piacere – ha aggiunto –  registrare che, in questo periodo, c’è una sana «concorrenza» tra polizia e carabinieri nell’arresto dei latitanti». «Noi emettiamo ordinanze, ma se poi non si riesce ad eseguirle, queste restano solo carta straccia», ha concluso Lombardo. 

 

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