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PRAIA A MARE (COSENZA) – Lo ha individuato sul treno. Un carabiniere, libero dal servizio, ha capito che all’interno dello scompartimento, un giovane di 33 anni, nascondeva qualcosa. Ed ha avuto ragione perché, dopo una perquisizione effettuata dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, coordinati dal tenente Bartolo Taglietti, sono stati rinvenuti circa 50 grammi di cocaina. L’attività è stata effettuata in collaborazione con i militari della stazione di Praia a Mare, coordinati dal maresciallo Maniaci, e dal comandante della Compagnia di Scalea, capitano Alberto Pinto. E’ finito così agli arresti, un giovane di Luzzi, da tempo domiciliato a Praia a Mare. L’accusa è di possesso, ai fini di spaccio, di cocaina.

Il giovane calciatore si trovava a bordo del treno interregionale che da Cosenza conduce a Napoli. I suoi movimenti a bordo dello scompartimento dove ha preso posto hanno insospettito un militare dell’Arma, libero dal servizio, che si trovava a bordo dello stesso treno. Avendo notato, quindi, l’atteggiamento guardingo ed agitato del giovane, il carabiniere ha deciso di contattare la Centrale operativa di Scalea per richiedere ausilio da parte di altro personale. L’intervento da parte del Nucleo operativo e dei militari della Stazione di Praia a Mare è stato immediato. I Carabinieri, saliti a bordo del treno in abiti civili, sulla base delle indicazioni ricevute, hanno subito individuato il giovane che, alla richiesta dei documenti, è risultato essere agitato ed insofferente al controllo.

Tale atteggiamento ha ulteriormente insospettito i militari che hanno proceduto ad una perquisizione del calciatore ed anche dello scompartimento su cui viaggiava rinvenendo, sotto il sedile dove era seduto, un involucro in cellophane con all’interno sostanza bianca che, da successivi accertamenti, è risultata essere cocaina. La sostanza, del peso di circa 50 grammi, analizzata presso i competenti laboratori, avrebbe prodotto all’incirca settanta dosi che, spacciate nel territorio dell’alto Tirreno cosentino avrebbero fruttato circa 4.000 euro.

Il giovane, giudicato con rito per direttissima presso il Tribunale di Paola è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel suo comune di origine.

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