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La squadra mobile di Reggio Calabria, nel corso dell’operazione che ha portato all’arresto del poliziotto Bruno Doldo, di 49 anni, ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche a Giuseppe Caridi, detto Pepè, di 69 anni, e ad Antonino Caridi, di 52, già detenuto. I due Caridi sono considerati ai vertici dell’omonima cosca. Doldo, invece, è accusato di avere informato Domenico Condemi, arrestato nei mesi scorsi, della presenza di microspie all’interno della sua auto piazzata nell’ambito di un’inchiesta della squadra mobile coordinata dalla Dda reggina. Secondo l’accusa, inoltre, Antonino Caridi, benchè detenuto nel carcere di Viterbo continuava ad impartire direttive agli affiliati alla cosca sfruttando i colloqui con i più stretti congiunti. Giuseppe Caridi, invece, secondo l’accusa, nonostante fosse stato rimesso in libertà per le precarie condizioni fisiche continuava ad essere il capo indiscusso della cosca.

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