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COSENZA – Un ordine di arresto, la denuncia di 38 persone ed il sequestrato di beni per circa 3,5 milioni di euro: è il consuntivo dell’operazione “Family bank”, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza, in collaborazione con la Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso la Procura di Cosenza, a conclusione di indagini nei confronti dei vertici e dei componenti degli organi sociali della Banca di Cosenza Credito Cooperativo (ora in liquidazione coatta amministrativa per dissesto finanziario). L’arresto è stato disposto nei confronti dell’ex presidente della BCC, Giacinto Caroselli, 61 anni, noto ginecologo di Cosenza, già condannato in via definitiva per reati di violenza sessuale, attualmente latitante. 

L’attività investigativa ha consentito di disarticolare un sodalizio dedito alla sistematica consumazione di appropriazioni indebite ideate da parte dell’ex presidente, in associazione con l’ex vice presidente, T.G., 58 anni, noto imprenditore del cosentino e l’ex direttore generale, G.E., 46 anni, i quali, abusando dei rispettivi poteri, avevano organizzato e realizzato, secondo l’indagine, strategie societarie finalizzate ad erogare finanziamenti a beneficio di soggetti a loro vicini, in assenza di adeguate garanzie, ovvero ad alto rischio di insolvibilità o già fortemente esposti verso il sistema bancario, compromettendo gli equilibri economici dell’istituto, con un danno finanziario superiore a 20 milioni di euro che ha determinato il tracollo della banca. 
In particolare, è stata accertata l’indebita appropriazione di 1.826.930,79 euro in danno dell’istituto, di cui avevano, di fatto, il controllo, destinati a diretto vantaggio personale, di familiari ed amici. Nel corso dell’operazione – che ha visto un centinaio di finanzieri impegnati sul territorio nazionale – sono state eseguite 7 perquisizioni domiciliari nei confronti di altri indagati residenti nelle province di Cosenza, Catanzaro e Modena e sottoposti a sequestro 2 immobili, un’autovettura di grossa cilindrata, quote di partecipazione in 5 società, conti bancari e rapporti finanziari accesi presso 15 tra istituti di credito e intermediari finanziari. Le Fiamme Gialle cosentine hanno poi eseguito accertamenti patrimoniali a seguito di reati tributari commessi dall’ex presidente, all’epoca legale rappresentante di una casa di cura della provincia di Cosenza, responsabile, unitamente al cognato, M.R. 59 anni, per l’omesso versamento di ritenute alla fonte di stipendi corrisposti nel 2009 e nel 2010 pari ad un totale di 2.296.361,00 euro. E’ il primo significativo risultato nel territorio calabrese nei confronti di un istituto di credito, in un contesto di ardua penetrazione, che ha consentito di disvelare un sistema illecito di collaudata efficacia. 
Lo stesso ex presidente, unitamente ad altri indagati, hanno utilizzato, indebitamente, fondi gestiti dai “Confidi” locali così sottraendoli alla loro destinazione in favore di imprese in difficoltà; vicenda – questa dei “Confidi” – sulla quale la Procura del capoluogo bruzio ha svolto, in precedenza, articolata attività di indagine, dalla quale trae le mosse la presente operazione.
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