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Hanno talmente fretta gli aderenti al “Comitato terre joniche” che l’assemblea alle “Tavole palatine” di Metaponto a conclusione dell’alluvione tour partito da Ginosa, ha inizio senza attendere l’arrivo dei rappresentanti delle Regioni Puglia e Basilicata e dei parlamentari invitati ad ascoltare le ragioni della protesta. “Chi c’è c’è – esordisce il portavoce del comitato, Gianni Fabbris -, qui non si devono fare né campagne elettorali né passerelle, servono risposte. Se entro 15 giorni non arriveranno risposte concrete e soldi veri  le nostre azioni saranno dure. I cittadini non sono più disposti a stare col cappello in mano, e se stavolta ci siamo limitati a sfilare lungo la jonica, la prossima volta non sarà così”.

Ad ascoltare, sin dall’inizio,  gli alluvionati raccoltisi, a causa del maltempo, sotto la tettoia del ristorante Lobianco, ci sono però i candidati del movimento “5 stelle” che partecipano all’assemblea nonostante la defezione del loro leader Beppe Grillo, arrivato a Metaponto da Scanzano, che decide di non assistere alla discussione perché vi erano attesi i rappresentanti della politica locale e nazionale. I quali giungono in tempo per ascoltare le istanze degli alluvionati; da Cosimo Latronico (Pdl), all’assessore all’Agricoltura di Basilicata, Nicola Benedetto, ai politici locali.

“Quello che chiediamo – spiega Fabbris – è il completamento degli interventi per l’alluvione del 2011, un piano di investimenti per la bonifica che crei sicurezza e lavoro, il riordino dei bacini idrogeologici,  i risarcimenti alle famiglie e alle aziende che hanno subito danni, il rifinanziamento del fondo nazionale per le calamità, la nomina di un unico commissario straordinario per Puglia e Basilicata che gestisca l’emergenza”.

Le zone di Puglia e Basilicata colpite dall’alluvione stanno ancora facendo i conti con i danni provocati da quella del 2001. “Rispetto ai 550 milioni di danni accertati nel 2011 nelle terre dello Jonio ne sono arrivati solo 20”, conclude. Poi il corteo riparte alla volta di Scanzano per discutere ancora di difesa e messa in sicurezza del territorio e della possibilità di disertare la chiamata alle urne di domenica e lunedì. 

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