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E NEL frattempo il Consorzio industriale di Potenza continua a nuotare in cattivissime acque. E ancora una volta a pagarne le conseguenze sono loro, i lavoratori. Gli stipendi di circa 46 dipendenti sono a rischio, ha fatto sapere nei giorni scorsi il commissario Asi, Donato Salvatore. 
Ma rischiano di fermarsi anche i servizi erogati dal Consorzio nelle nove aree industriali di propria gestione. La difficile situazione dell’Asi di Potenza – con un forte debito pregresso – è stata peggiorata dalla mancata approvazione in Consiglio regionale dell’emendamento alla legge di assestamento di bilancio che prevedeva il raddoppio del contributo annuo già concesso dalla Regione portandolo a 2 mln di euro all’anno. A darne notizia ieri i segretari della Cgil Potenza e della Fp provinciale, Angelo Summa e Donata Laurino, dopo l’incontro tenuto nei giorni scorsi con il commissario Salvatore. Lo scenario prospettato è quello che vede l’impossibilità, per il Consorzio, di far fronte agli impegni nei confronti dei fornitori, il credibile rischio di sospensione delle forniture elettriche da parte di Enel (che vanta un considerevole credito nei confronti dell’Ente), la conseguente criticità nel garantire i servizi alle imprese insediate nelle 9 aree industriali con gravissime ripercussioni su tutto il sistema produttivo della provincia di Potenza, la messa a rischio dello stesso pagamento delle retribuzioni al personale consortile e, indirettamente, ai dipendenti della società Argaip che gestisce le aree industriali e gli impianti asserviti.
Il commissario ha chiesto azioni urgenti per evitare il peggio. «Dopo ben 6 anni di regime commissariale e la faticosa elaborazione di una corposa quanto inattuata legge di riforma dei Consorzi Industriali – commentano i sindacalisti  – i mali permangono nella loro estrema gravità e complessità e, ancora una volta, rischiano di generare gravissime conseguenze sui lavoratori e sul fragile sistema produttivo provinciale e regionale». E chiedono una riforma “vera” dei Consorzi industriali che porti alla realizzazione di agenzia unica regionale per lo sviluppo e il sostegno alle attività produttive che attui le linee programmatiche definite dal massimo ente territoriale e si occupi della erogazione degli indispensabili servizi. 

E nel frattempo il Consorzio industriale di Potenza continua a nuotare in cattivissime acque. E ancora una volta a pagarne le conseguenze sono loro, i lavoratori. 

Gli stipendi di circa 46 dipendenti sono a rischio, ha fatto sapere nei giorni scorsi il commissario Asi, Donato Salvatore. Ma rischiano di fermarsi anche i servizi erogati dal Consorzio nelle nove aree industriali di propria gestione. 

La difficile situazione dell’Asi di Potenza – con un forte debito pregresso – è stata peggiorata dalla mancata approvazione in Consiglio regionale dell’emendamento alla legge di assestamento di bilancio che prevedeva il raddoppio del contributo annuo già concesso dalla Regione portandolo a 2 mln di euro all’anno. 

A darne notizia ieri i segretari della Cgil Potenza e della Fp provinciale, Angelo Summa e Donata Laurino, dopo l’incontro tenuto nei giorni scorsi con il commissario Salvatore. 

Lo scenario prospettato è quello che vede l’impossibilità, per il Consorzio, di far fronte agli impegni nei confronti dei fornitori, il credibile rischio di sospensione delle forniture elettriche da parte di Enel (che vanta un considerevole credito nei confronti dell’Ente), la conseguente criticità nel garantire i servizi alle imprese insediate nelle 9 aree industriali con gravissime ripercussioni su tutto il sistema produttivo della provincia di Potenza, la messa a rischio dello stesso pagamento delle retribuzioni al personale consortile e, indirettamente, ai dipendenti della società Argaip che gestisce le aree industriali e gli impianti asserviti.

Il commissario ha chiesto azioni urgenti per evitare il peggio. 

«Dopo ben 6 anni di regime commissariale e la faticosa elaborazione di una corposa quanto inattuata legge di riforma dei Consorzi Industriali – commentano i sindacalisti  – i mali permangono nella loro estrema gravità e complessità e, ancora una volta, rischiano di generare gravissime conseguenze sui lavoratori e sul fragile sistema produttivo provinciale e regionale». 

E chiedono una riforma “vera” dei Consorzi industriali che porti alla realizzazione di agenzia unica regionale per lo sviluppo e il sostegno alle attività produttive che attui le linee programmatiche definite dal massimo ente territoriale e si occupi della erogazione degli indispensabili servizi. 

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