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Il costo è di 302 euro circa al mese, considerando 10 mesi di utilizzo del servizio, la spesa annua per famiglia ammonta a più di 3mila euro. E’ questo il costo medio in Italia per mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, fra difficoltà di accesso, alti costi e disparità economiche tra aree del Paese difficili da giustificare: in una provincia, la spesa mensile media per il tempo pieno può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un’altra provincia, e doppi tra province nell’ambito di una stessa regione.
Lo rileva un’indagine di Cittadinanzattiva che cita esempi concreti: a Lecco la spesa per la retta mensile, di 537 euro, è 6 volte più cara rispetto a Catanzaro (80), il triplo rispetto a Roma (146) e più che doppia rispetto a Milano (232). Marcate differenze anche all’interno di una stessa regione: in Veneto, la retta più cara, in vigore a Belluno (525 mese per il tempo pieno) supera di 316 euro la più economica, a Venezia. Analogamente nel Lazio la retta che si paga a Viterbo (396) supera di 250 la più economica registrata a Roma. Al Sud, in Puglia tra la retta di Foggia (368) e quella di Bari la differenza è di 179 euro.
I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni 2009/10 e 2010/11) dei comuni interessati all’indagine (tutti i capoluoghi di provincia). Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.
Dal 2005 ad oggi inoltre, le tariffe sono aumentate in media del 4,8%. In particolare, nel 2010/11, 26 città hanno alzato le rette di frequenza e 5 capoluoghi registrano incrementi a due cifre: Foggia (+54,6%), Alessandria (+24,3%), Siracusa (+20%), Caserta (+19,5%), Catanzaro (+19,4%).
Dall’analisi di dati in possesso al ministero dell’Interno e relativi al 2009, emerge che il numero degli asili nido comunali ammonta a 3.424 (-0,4% rispetto al 2008) con una disponibilità di 141.210 posti (+0,8% rispetto al 2008). In media il 25% dei richiedenti rimane in lista d’attesa. Il poco edificante record va alla Sicilia con il 42% di bimbi in lista di attesa, seguita da Toscana e Puglia (33%).

TOP TEN: CITTA’ PIU’ CARE E MENO CARE
Nella top ten delle 10 città più care, tra quelle che offrono il servizio a tempo pieno, si confermano, rispetto al 2009/10, Lecco, Belluno, Sondrio, Bergamo, Mantova, Cuneo, Forlì, Udine e Pavia, mentre Pisa subentra a Treviso. Nella graduatoria delle 10 città meno care, prevalgono le realtà del Centro-Sud. In assoluto, la città più economica risulta Catanzaro, seguita da Vibo Valentia, Cagliari e Roma. La Calabria risulta comunque la regione più economica (110 euro), Lombardia e Valle d’Aosta le più costose con non meno di 400 euro di spesa media.
«In tema di asili nido comunali – commenta Antonio Gaudioso, vicesegretario generale e responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva – l’Italia sconta un ritardo strutturale ormai conclamato, espressione di una attenzione alle esigenze delle giovani coppie vera solo sulla carta, pur se sbandierata ad ogni campagna elettorale. Purtroppo i tagli agli enti locali previsti dall’attuale manovra finanziaria non faranno che peggiorare la situazione dal punto di vista sia della qualità del servizio che dei costi. Il dato di fondo resta sempre l’enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze, tenuto anche conto che ormai per una famiglia la spesa media mensile per la retta del nido comunale ammonta al 12% della spesa media mensile totale».

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