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E’ il logo un’altra, anzi forse proprio la più importante delle risorse che Matera 2019 dovrà provare a tutelare per vedere se ci sono le possibilità e le capacità per attrarre investitori di livello nazionale ed internazionale anche privatiò. E’ proprio in quest’ottica che ieri l Comitato Matera 2019 ha annunciato di voler perfezionare il regolamento per l’utilizzo del logo “Matera 2019 – Capitale europea della cultura” regolarmente registrato all’ufficio brevetti e le corrette modalità di richiesta. “Da quando Matera è stata proclamata capitale europea della cultura per il 2019 – dichiara il direttore Paolo Verri – sono centinaia le richieste di utilizzo arrivate ai nostri uffici.
Nei prossimi giorni daremo tutte le indicazioni inerenti il corretto utilizzo del logo con le modalità di richiesta. Resta inteso che è assolutamente vietato riprodurre il logo per fini commerciali”.
Di fatto un aspetto che al momento verrà monitorato con più attenzione e che rientra comunque nell’intenzione di dover supportare il progetto di Matera 2019 anche attraverso le risorse di merchandising e dunque i marchi che decideranno di legarsi al logo che Matera proverà ad esportare in diverse parti del mondo e che costituisce certamente il primo e principale elemento che verrà esportato nei diversi punti in cui Matera proverà ad arrivare e di certo riuscirà a giungere grazie alla candidatura. L’azione messa in campo pare essere di fatto solo un primo passo di un’attività complessiva di tutela del logo di Matera 2019 e di ricerca di sponsor di una certa portata che potranno essere utili punti di riferimento per l’azione di promozione e di valorizzazione delle risorse. Un lavoro che toccherà fare nei prossimi mesi direttamente alla Fondazione 2019 che andrà ad insediarsi e che dovrà in virtù di un regolamento verificare anche questo tipo di possibilità da perseguire.

CENTRO DI GEODESIA – Nel frattempo e nell’ambito dei progetti che sono anche evidenziati all’interno del dossier di candidatura arriva su una questione importante per il territorio il grido di allarme di Enzo Santochirico: «Da esempio di eccellenza nel campo delle scienze e dell’osservazione della Terra, il Centro di geodesia spaziale rischia di perdere risorse, opportunità e competenze. Tutto nel giro di appena cinque anni e a pochi giorni dal riconoscimento di Capitale europea della cultura».
Santochirico ricorda il Protocollo d’Intesa fra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Regione Basilicata firmato a Matera il 17 novembre del 2009 per sviluppare il Centro di Geodesia Spaziale con la creazione del Cidot (Centro Interpretazione Dati Osservazione della Terra), e favorire la nascita della Cittadella dello Spazio.
Il Protocollo contiene una clausola finale che ne determina la durata, quinquennale, ma prevede altresì la possibilità di rinnovarlo. “Prima del prossimo 17 novembre – è l’esortazione di Santochirico -, la Regione Basilicata, e per essa il presidente in prima persona, data l’importanza della questione, abbia consapevolezza di questa imminente scadenza e valuti le azioni necessarie per evitare che si allunghi l’elenco delle opportunità perdute. Più volte in questi anni ho richiamato l’attenzione sulla questione, sollecitandone l’attuazione. Purtroppo, nonostante fossero previsti investimenti per 24 milioni di euro, di cui 16 a carico dell’Asi, l’Intesa è rimasta in gran parte inattuata.
Le cause si annidano in quel groviglio di invidie, particolarismi, corporativismi, pigrizie, che connotano tante occasioni perse nella storia del Mezzogiorno, anche quando ci sono risorse consistenti e progetti validi e lungimiranti. Una sorte alla quale, però, non si può e non ci si deve rassegnare.
«Appare paradossale che tutto ciò si verifichi proprio nella fase in cui Matera deve dare prova di essere una comunità vitale ed attrattiva. Quando, cinque anni fa, è stata prefigurata e disegnata la Cittadella dello Spazio era soltanto alle prime battute la candidatura di Matera a Capitale della Cultura 2019. Sarebbe incomprensibile, ora che abbiamo ottenuto questo importantissimo riconoscimento, sulla base di un dossier che richiama la Cittadella dello Spazio, che questa rimanesse un’idea e non diventasse una realtà».
E’ sostanzialmente questo il primo esame per capire quanto l’obiettivo e le scelte verso il 2019 contenute anche nel dossier possano e vengano realmente realizzate. Un test a tutti gli effetti. Da non fallire.

p.quarto@luedi.it

p.quarto@luedi.it

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