X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

POTENZA – Che quell’audio confessione – “Omicidio all’ospedale di Potenza. Medico confessa: l’abbiamo uccisa” – pubblicato da “Basilicata24” sia davvero una “polpetta avvelenta” è ormai fuor di dubbio. Già la registrazione shock è di per sé un giallo: chi ne è l’autore? 

La voce registrata è, salvo clamorosi colpi di scena, qulla del chirurgo “pentito” Michele Cavone che, dopo una serie di interviste, sabato scorso, attraverso una nota dei suoi legali, Donatello Cimadomo e Carmela Gioscia, ha fatto sapere che «non ha inteso addebitare colpe al professor Marraudino (primario del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale San Carlo di Potenza n.d.r.) «né muovere critiche all’operato della magistratura». 

Chi ha raccolto quello sfogo? Il San Carlo è risalito al collega di reparto Fausto Saponara, che tempo addietro ha intentato causa contro l’Azienda ospedaliera per “demansionamento”. Lui ha seccamente smentito di essere l’autore del file audio. Giallo su giallo. Una vecchia cimice? 

Altro dubbio più che legittimo è: per quale oscura ragione, almeno per il momento, qualcuno ha deciso di registrare quella conversazione? Il racconto di Cavone su quanto sarebbe accaduto quel maggio del 2013 in sala operatoria corrisponde alla realtà? 

Ultima, ma forse domanda principale, è: perché quel nastro è stato consegnato o recapitato al quotidiano online “Basilicata24” piuttosto che in Procura dove, a seguito di un esposto anonimo il sostituto Anna Gloria Piccininni ai primi del 2014 ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità su quel decesso al punto da disporre la riesumazione del cadavere e un esame autoptico? 

Interrogativi che troveranno risposta solo al termine delle indagini. Indagini che, se fino al 28 agosto scorso, erano finalizzate solo a fare luce su quanto scritto nell’esposto anonimo – che potrebbe essere stato redatto da qualcuno del mestiere, vista la precisione di alcuni dettagli – oggi, invece, si stanno allargando su più fronti. 

E non è escluso che a breve potrebbero esserci clamorosi colpi di scena visto che ora si indaga su più fronti: sia sulla registrazione che sull’esposto anonimo. 

 
Fatto è che quella “polpetta avvelentata” in un solo colpo ha raggiunto il doppio risultato di inasprire ulteriormente il clima già di per sé teso all’interno della Cardiochirurgia potentina e di “colpire” il sostituto che su quel decesso sta indagando.
Una brutta storia caratterizzata da delazioni, sospetti, nomine di primari di Cardiochirurgia mal viste da alcuni sanitari dell’Unità operativa, fino ad arrivare al Palzzo di giustizia.
Se “polpetta avvelenata” è stata, così come sembra, al momento il risultato di sparigliare le carte in tavola è stato raggiunto. 

Domani, intanto, la commissione d’inchiesta interna del San Carlo – commissione composta da Bruno Mandarino, direttore sanitario, Mario Greco, responsabile di “Medicina legale” e Angela Bellettieri, responsabile dell’area “Risk management” – consegnerà al direttore generale, Giampiero Maruggi il suo report. 

Non prima di una quarantina di giorni, invece, si avranno i risultati della commissione voluta dall’assessore regionale alla Sanità, Flavia Franconi. Ultimi saranno gli ispettori inviati dal ministro Beatrice Lorenzin.
Oggi, nel corso della trasmissione di Rai Uno “La vita in diretta”, verrà trasmesso un servizio realizzato al San Carlo dalla giornalista Giulia Capocchi

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE