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Caro Vito,
negli ultimi giorni il dibattito politico sulla vecchia e sempre attuale questione che riguarda il ruolo della città capoluogo di regione, all’interno della nostra comunità, ha avuto un’impennata grazie anche alla funzione svolta da Il Quotidiano che ci ha stimolato tutti a qualche riflessione “oltre la città”.
Nella mia esperienza politica, in occasione della campagna elettorale del 2008, quando mi sono misurato in prima persona con i problemi di Potenza, ho avuto modo di toccare con mano una serie di problematiche. Pensavo ad una “alternativa possibile”, come ho chiamato il mio programma elettorale del 2008. Quell’esperienza mi è servita, girando ed incontrando i residenti di quartieri e contrade, categorie sociali, rappresentanti del vivace associazionismo culturale, sportivo, di volontariato, delle parrocchie, per rafforzare un’idea che continua a sostenermi nell’impegno politico-istituzionale in Regione. Per la complessità dei problemi del capoluogo, che come sempre ci ricordi, è anche città di servizio per alcune decine di migliaia di cittadini che non risiedono a Potenza, c’è bisogno di un’intesa di programma, di un accordo istituzionale con la Regione e la Provincia.
Dunque non nuovi canali finanziari, programmi sporadici e scoordinati di spesa, ma più semplicemente un Accordo Quadro nel quale comprendere tutto ciò che riguarda la gestione dei servizi, il presente e il futuro del capoluogo. E per questo sono convinto che il progetto metropolitano al quale stai lavorando già da qualche anno, di intesa e in sinergia con i sindaci dei Comuni dell’hinterland, ci aiuta molto a ridefinire i rapporti istituzionali innanzitutto tra Comune e Regione, specie per fare ordine nel sistema delle Autonomie locali, come abbiamo cominciato a fare con le Aree programma.
In attesa di una definita e compiuta riforma della governance locale, nella quale al pari della presenza delle Province (fino a quando continueranno ad operare) immagino ci debba essere “Potenza metropoli”, il “nodo” da sciogliere, secondo me, è come spendere al meglio le risorse comunitarie e di bilancio regionale destinate alla Città.
Ho piena consapevolezza della grande difficoltà derivante dalla manovra finanziaria del Governo che colpisce soprattutto Regioni, Province e Comuni e che ci vede impegnati nelle commissioni consiliari, e prestissimo in consiglio regionale, ad approvare una nostra manovra di assestamento di bilancio anch’essa all’insegna di tagli e di sacrifici. Ma tutto ciò non ci impedisce e non ci deve impedire di programmare nel breve, medio e lungo termine le azioni e gli interventi per la città di servizio dell’intera comunità regionale. Tre esempi su tutti: lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani non è un problema che puoi affrontare da solo; il rilancio dell’attività del San Carlo, dopo la nomina del nuovo direttore generale, richiede una serie di interventi per migliorare l’accoglienza dell’utenza che non può ricadere esclusivamente sulle spalle del sindaco; il contributo della Regione per la gestione degli impianti meccanizzati di trasporto è di soli 700 mila euro a fronte dei quasi 4 milioni di euro di spesa complessiva.
Sul piano dei rapporti politici tra i nostri partiti sarei ipocrita se nascondessi l’amarezza e la profonda delusione per quanto è accaduto con la tua scelta di estromettere dalla giunta il rappresentante di Idv. Ti ricordo che le mie dimissioni da consigliere comunale, avvenute proprio per consentire la nomina di un nostro rappresentante alla importante e rappresentativa carica di presidente del consiglio, hanno comportato un penalizzante sacrificio per il mio partito, privato appunto di tale presidenza e poi anche di una sua rappresentanza, sino all’ingresso nei mesi scorsi di Laviero e Molinari.
Sono certo che sarà possibile individuare una soluzione che consenta al mio partito di riacquistare responsabilità di governo, non solo sotto il profilo della rappresentanza, ma proprio con l’obiettivo di contribuire ad affrontare i problemi complessi del capoluogo.
L’assenza di Idv dalla giunta comunale non potrà mai essere l’alibi per lavarci le mani e lasciare la città di Potenza al suo destino ; non è certamente mio costume. Al contrario questa mia lettera dimostra esattamente il contrario e vuole essere un nuovo contributo a superare le disattenzioni, le sottovalutazioni e l’eventuale insufficienza di programmazione che sinora probabilmente hanno caratterizzato i rapporti tra Comune e Regione.
Non nascondo che, forse, per coloro che tutti i giorni raggiungono Potenza per lavoro possa non essere avvertito alcun sentimento di amore per questa Città, forse perchè ci sono troppi motivi per nutrire sentimenti diversi. Ma quale “valligiano” e appartenente alla schiera dei tanti pendolari, ho provato da tempo a vivere un rapporto diverso con la città e penso che sia possibile che ciascun lucano possa acquisire l’orgoglio di appartenenza al capoluogo di regione.
Spetta alla politica e alle istituzioni adoperarsi perché ciò possa avvenire.
Antonio Autilio
consigliere regionale Idv

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