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CAMIONISTI e agricoltori lucani in rivolta. Come in Sicilia. Sono scesi in strada ieri mattina verso le 9.30, portando i loro mezzi di trasporto e quindi di lavoro per fermare il traffico sulle principali arterie delle Basilicata, come è accaduto anche nel resto d’Italia. I punti più critici a causa del blocco, sulla Jonica, in Val d’Agri e sulla Salerno Reggio Calabria, all’altezza dello svincolo di Atena lucana. A Potenza si sono dati appuntamento a partire dalle 13 sulla Basentana, nelle due direzioni, all’altezza del Park hotel e della Q8. Tanti lavoratori che, alla stregua dei colleghi siciliani ma non solo, non sopportano gli aumenti dei prezzi del carburante e le tante tasse che rischiano di soffocarli. E presto potrebbero aggiungersi anche allevatori e agricoltori. Per ora si sono fatti sentire i camionisti, comunque. Che da ieri, appunto, hanno interrotto il transito dei mezzi pesanti in due snodi essenziali della jonica, sul versante di Policoro e Scanzano come proprio nell’area della Val d’Agri maggiormente interessata dallo scorrimento dei giganti della strada che consentono la distribuzione del greggio. Ancora il petrolio, infatti, sta al centro dell’attenzione. Perché è l’oggetto che più di tutti condiziona l’economia. Ma che è anche trattato quale strumento della Regione Basilicata in mano alla Regione e da tempo alle compagnie petrolifere per recuperare risorse economiche e foraggiare interessi privati.
Concesso il passaggio delle automobile, quindi, sembra che l’obiettivo della manifestazione sia di fare un primo e minimo fastidio all’economia ugualmente in crisi di questa terra. Eppure, in attesa dell’assemblea che gli agricoltori hanno convocato per domani a Matera, un appuntamento che si svolgerà in piazza Vittorio Veneto a partire dalla 17.30, un movimento di persone pare abbia ricominciato a muoversi. Dove “Policoro é tua” di Frammartino, “No Scorie Trisaia” di Santarcangelo e “Altragricoltura” di Fabbris ripeteranno la manifestazione di costituzione, già stata a Policoro alcuni giorni fa, dei “forconi lucani”. La certezza, per il momento, è che dietro ai camionisti lucani e agli agricoltori e allevatori del Metapontino non ci sono di certo infiltrazioni mafiose o strumentalizzazioni del caso, come si insinua invece per i colleghi siciliani. I dubbi più che altro riguardano la durata della protesta. Ripetere una seconda Scanzano Jonica per il momento non sembra possibile. Seppur la rabbia di fondo, dai tempi della rivolta contro le scorie nucleari, sia aumentata. E davvero di tanto. Ancor più d’allora, tra l’altro, s’è ingrandita e sviluppata la distanza fra partiti e spesso pure sindacati insieme alla associazioni di categoria dalla vita reale e di conseguenza dai tanti problemi della quotidianità. L’attivismo reale, dal basso, oggi, è l’unica e coraggiosa forma di rappresentanza che s’affaccia all’orizzonte delle difficilissime giornate. La forza dei “Forconi Lucani” e dei camionisti in stato d’agitazione sarà pesata nuovamente sul campo. Nel frattempo, ieri, anche a Potenza le pompe di benzina sono state prese d’assalto per la paura di rimanere a secco nel caso di sciopero prolungato.

Nunzio Festa

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