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REGGIO CALABRIA – I Carabinieri di Reggio Calabria hanno arrestato sei giovani, tra cui alcuni minorenni, accusati di tre rapine aggravate in danno di prostitute sudamericane, commesse nella città calabrese nei mesi di febbraio e marzo di quest’anno. All’alba le manette sono scattate ai polsi di Giuseppe Rodà, 19 anni; Giorgio Puntorieri, pure diciannovenne, Giuseppe Papasergio, di 20; Benito Marra Mentola, 19 anni, Alfonso Molinetti, diciottenne, all’epoca dei fatti minorenne. 

Il sesto appartenente al gruppo è un diciassettenne, R.A., raggiunto dalla misura di custodia nel carcere minorile di Potenza dove si trovava già ristretto perchè ritenuto responsabile di un’altra rapina in abitazione. Il modus operandi era sempre lo stesso: dopo aver individuato le vittime tramite annunci pubblicati sul web, uno dei rapinatori si fingeva cliente e si presentava nell’abitazione delle malcapitate. Il finto cliente le minacciava con una pistola e consentiva l’ingresso dei complici. Dopo aver legato e immobilizzato le vittime, frugavano in tutta la casa alla ricerca di soldi, preziosi o telefoni cellulari. Prima di uscire si premuravano sempre di minacciare pesantemente le vittime impedendo loro così di chiamare subito i soccorsi. In una circostanza una delle vittime è stata colpita con il calcio della pistola. La sfrontatezza dei giovani rapinatori era tale da farli agire a volto scoperto ed anche in abitazioni che avevano frequentato in precedenza come clienti delle escort poi rapinate. Proprio la collaborazione delle vittime ha consentito ai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia cittadina di individuare il gruppo e mettere fine alle scorribande del branco. 
E’ stata proprio quella tecnologia tanto amata dai giovani e utilizzata dagli autori dei reati a consentirne l’identificazione. Uno dei rapinatori ha contattato una delle vittime per fissare un appuntamento. Dopo la rapina la donna ha inserito quel numero a lei sconosciuto nella sua rubrica e subito una delle applicazioni più in voga al momento, «whats-app», a quel numero ha abbinato una foto. La ragazza ha riconosciuto in quella foto uno degli autori della rapina che era già stato suo cliente. I carabinieri hanno iniziato una rapida attività investigativa, fatta di intercettazioni, analisi dei tabulati telefonici, controllo dei profili dei social network più diffusi e appostamenti. Il lavoro così svolto ha consentito ai militari, nel giro di pochi giorni, di identificare gli autori delle rapine. Le indagini sono state dirette e coordinate dalle Procure della Repubblica Ordinaria e dei Minori di Reggio Calabria.
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