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POTENZA – Circa 60 milioni di euro (quasi la metà sui propri fondi Fers) per l’azzeramento del “digital divide” (l’assenza di connessioni a banda larga) in territorio lucano e all’arrivo della “BUL” (banda ultra larga” sul modello “NGA” (Next generation Access) in almeno 40 comuni della regione raggiungendo oltre il 50 per cento dei cittadini lucani con accessi di almeno 30 Megabit al secondo e quasi un quinto con una velocità addirittura superiore ai 100 Megabit per secondo.

Adesso c’è anche il via libera della Giunta su un programma che ha portato già  alla sottoscrizione della Convenzione Operativa tra Regione Basilicata (rappresentata da Autorità di gestione del Programma operativo regionale Fesr Basilicata 2007/2013 e Ufficio Società dell’Informazione) e il Ministero dello Sviluppo Economico” per tradurre il progetto in realtà entro il 2015.

Quello che dalla Comunità Europea viene definito il “Grande progetto Agenda Digitale della Regione Basilicata” può essere distinto in due ambiti. Per un verso garantire connessioni a banda larga (modello Adsl) a tutto il territorio, per un altro iniziare il passaggio alla “BUL”.

Sul primo versante va detto che la Basilicata, al momento, registra un 10,4% della propria popolazione in digital divise (ossia assoluta assenza di connessioni a banda larga, sia su rete fissa che wireless, ma in grado di fornire una velocità di connessione di almeno due Mbps – Megabit per secondo) ponendosi al terzultimo posto tra le Regioni d’Italia in quanto ad accesso alla rete. Alla base di questa situazione sicuramente la difficile situazione orografica lucana, ma soprattutto il bassissimo coefficiente di densità demografica che porta le zone ad essere considerate a “fallimento di mercato”, da parte degli operatori, ossia non in grado di garantire il rientro degli investimenti necessari a realizzare le necessarie infrastrutture a causa del bassissimo numero di utenti potenziali per chilometro di rete da realizzare. Così, l’intervento pubblico si articolerà andando a colmare il differenziale economico necessario a garantire agli operatori la profittabilità delle reti da realizzare, anche con un basso numero di utenti.

Analoga la situazione per quel che riguarda la Banda Ultra Larga. La Commissione Europea si propone di portare, entro il 2020, a tutti i cittadini europei accessi veloci (da 30 Mbps) di cui almeno una metà superveloci (100 Mbps), ma ancora una volta la Basilicata dei piccoli numeri si trova in condizioni di “fallimento di mercato” (per tutti i centri ad eccezione delle due città capoluogo) che non giustificherebbero i consistenti investimenti necessari a sviluppare le nuove reti. E anche in questo caso interverrà il programma definito da Regione Basilicata e Mise colmando il differenziale.

Il “Grande Progetto” sarà ora realizzato dal Dipartimento Comunicazione del Ministero per lo Sviluppo Economico che, operando su Delega della Regione Basilicata, monitorerà i “piani impegnativi di copertura” definiti da parte degli operatori privati e, per le aree escluse da interventi, provvederà a selezionare un operatore che, a fronte del contributo pubblico, e con un proprio investimento comunque non inferiore al 30%, estenderà la rete anche alle aree inizialmente escluse. Proprio l’individuazione del Dipartimento Comunicazione da parte del Ministero per questi compiti ha portato un piccolo slittamento dei tempi della sottoscrizione dell’accordo che era stato deliberato dalla Regione Basilicata già lo scorso 30 aprile e che, in virtù della nuova indicazione ministeriale, ha richiesto la predisposizione di nuovi atti.

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