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“Ora basta!”. Con queste parole, come scolpite con forza sul marmo,Giuseppe Vitarelli, capogruppo del Pd in Consiglio comunale e già presidente della Comunità montana Val Sarmento, esprime tutto il suo disappunto sui tagli che stanno falcidiando le piccole comunità. A quanto pare, veri paletti si stanno piantando uno dopo l’altro, paletti che limiteranno e non poco la libertà dei cittadini e ingabbieranno per sempre la speranza di chi ancora si ostina a voler vivere sotto antichi campanili, tra portali di pietra viva e camini di fumo grigio, il colore forte, in questo momento, che avvolge tutto e tutti. Una politica, una visione sociale che secondo Vitarelli porta verso un’esistenza instabile e insidiata. “Non è più tollerabile stare a sentire e a guardare. Stanno cancellando anni di conquiste e di sacrifici, è l’inizio della fine” Parole forti che vogliono richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, dei politici, dei dirigenti d’istituto, delle forze sociali, su quello che sta accadendo. Gli chiedo di fare qualche esempio. “Qualche esempio? Ebbene, ecco: il taglio delle Comunità montane, il dimensionamento scolastico,le nuove circoscrizioni provinciali. Basta cosi? Si accontenta?”. Beh…si, continui. “Bene. Sino a ieri c’era almeno la promessa che sarebbero nate le Comunità locali, anche se riviste, ampliate e corrette, ora invece, almeno dalle ultime notizie che giungono dai palazzi regionali, neanche quelle. Poi il dimensionamento scolastico, la Valle del Sarmento o del “tormento”, come qualcuno l’ha ribattezzata, d’un colpo torna indietro di quarant’anni, tutti a Senise e senza fiatare. Mi chiedo e chiedo, in questo modo si vogliono salvaguardare le comunità piccole, le comunità interne? Non credo. Si sta facendo un errore grave e più grave ancora è che tutto questo parte da uomini di governo di centro-sinistra, ma va… è meglio fare nome e cognome: il presidente Vito De Filippo non può fare il Marchionne della situazione”. Posizione critica, quella di Vitarelli, ma allo stesso tempo propositiva, e allora dice: “Bisogna ascoltare le comunità come le nostre, bisogna ascoltare e valorizzare, per esempio, le comunità arbëreshë; bisogna saper dare voce e speranze a tutte quelle piccole comunità che sono la spina dorsale, il futuro della nostra Regione”. Vitarelli, poi, passa dalla proposta all’invito: “Presidente De Filippo, venga tra di noi, parliamo, non facciamo morire i piccoli centri, in questo modo si toglie non solo la speranza ma anche la dignità a tutte quelle donne, a tutti quegli uomini, a tutte quelle famiglie che con grandi sacrifici lottano tutti i giorni per dare forza alle loro radici, una forza che deve andare necessariamente ben oltre a un astratto moralismo”. Un invito che deve servire a capire, a riflettere e scacciare pesanti ombre, anche perché spiega: “Tutti noi ci siamo fidati, parlo da uomo, da amministratore del Partito democratico, che ha creduto alla svolta, una svolta capace di far crescere le nostre realtà , grazie alla storia di uomini e donne di cultura cristiano- democratica, riformista, progressista, quella cultura che dovrebbe guardare con attenzione a tutte quelle storie di emarginazione ed evitare così che la sofferenza diventi rabbia. La storia di tanti, signor Presidente, non si può cancellare per decreto”.C’è molta preoccupazione nelle parole, una preoccupazione che lo porta a rivolgersi al suo territorio e a proporre ai comuni della Val Sarmento di organizzare un consiglio comunale congiunto: “E’ arrivato il momento-conclude- di recuperare la memoria, di parlare con una sola voce, l’unico modo per esortare alla saggezza chi ha lo scettro del comando”.
Vincenzo Diego

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