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«Il ministro dell’Interno deve ritirare la circolare che impedisce ai parlamentari di entrare nelle tendopoli». E’ la sintesi della richiesta fatta nell’aula del Senato dal presidente dei senatori dell’Idv, Felice Belisario, rivolgendosi ai banchi del governo dove siede Maroni protestando per il fatto che non ha potuto visitare la tendopoli per gli immigrati allestita in Basilicata. «Domani – ha annunciato un Belisario bellicoso ai cronisti dopo l’intervento in aula – mi recherò di nuovo a Palazzo San Gervasio e ci entrerò di diritto e di fatto. Ho già provato a farlo nei giorni scorsi e non ho insistito per non danneggiare le Forze dell’ordine, ma domani torno lì e non mi fermano. Succeda pure un casino…». “Belisario clandestino…”, scherzano i cronisti «Beh diciamo Belisario migrante…».
Decisamente diverso il tono della riflessione dei vescovi lucani che, in una nota, hanno espresso «profonda preoccupazione» per la situazione «emergenziale che si è venuta a creare nel centro di accoglienza» allestito a Palazzo San Gervasio. Nel centro «in questo momento si respira un clima abbastanza tranquillo» grazie alla gestione delle forze dell’ordine, delle istituzioni locali e dei volontari, hanno aggiunto i vescovi lucani, auspicando poi «che il periodo di permanenza possa essere il più breve possibile». La struttura, secondo la Conferenza episcopale della Basilicata, presenta infatti «oggettive difficoltà logistiche, insufficienti a garantire a tutti un sereno trascorrere dei giorni»: un «prolungato e indeterminato periodo di permanenza» potrebbe quindi «suscitare reazioni non facilmente prevedibili» da parte degli immigrati «a cui non è concesso uscire dal Centro», che si trasformerebbe così «in un luogo di ingiusta detenzione e limitativa dei diritti fondamentali di libertà e di movimento di quanti sono temporaneamente ospitati».

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