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REGGIO CALABRIA – «Finalmente abbiamo una Commissione Antimafia alla quale porgo il mio saluto a tutti i suoi componenti nessuno escluso ed in particolare al Presidente Rosy Bindi, un saluto e un augurio che il lavoro da intraprendere sia fatto nella compattezza e nell’armonia di tutte le forze politiche, ve lo auguro perché questo è il momento di unire le forze di ognuno di voi, senza conflitti e opposizioni anzi il mio auspicio è, che le vostre energie e le vostre prestanze diventino il vero antidoto per annientare le mafie, nonostante la vostra diversità politica».

Il testimone di giustizia che da mesi sta portando avanti la sua battaglia in difesa del ruolo e dell’attività dei testimoni di giustizia contro la criminalità organizzata, Tiberio Bentivoglio esordisce con queste parole per esprimere il suo augurio di lavoro proficuo alla neonata Commissione parlamentare antimafia diretta da Rosy Bindi. Ma superati i convenevoli, Bentivoglio mette subito in chiaro come «i mafiosi si devono sentire attaccati da tutte le forze politiche siano esse di destra che di sinistra», perché «le dispute invece diventano per loro linfa rigenerante, essi ottengono nutrimento in ogni dibattito e controversia e si rallegrano nel vedere che chi li deve sottomettere, gareggia ad occupare poltrone anziché imboccare gli espedienti più adeguati» che per Bentivoglio sono «leggi più inflessibili e certezza di pena». 
Il testimone di giustizia chiarisce di parlare sulla base di una personale esperienza che l’ha portato a denunciare la criminalità e per questo «ha perso il lavoro, la casa e la serenità familiare», quindi per lui non è accettabile «assistere a qualsiasi forma di ribellione e di distacco», perché si tratterebbe di una «ulteriore offesa molto più grande rispetto alle bombe e ai proiettili che i mafiosi hanno usato nei miei confronti». 
In conclusione Bentivoglio invita la presidente e i componenti della Commissione antimafia ad essere «orgogliosi di fare parte di questa importante struttura della nostra Repubblica, la vostra responsabilità è enorme più di quanto possiate immaginare, basta che pensiate per un solo istante, che dietro ogni gesto criminale compiuto nella nostra nazione, c’è una vittima, un padre, un figlio, una mamma che piange su una tomba, c’è chi ha perso ogni cosa, c’è chi vive nascosto, chi vive sotto scorta, chi tenta il suicidio, c’è la disperazione di vivere isolato e la rabbia di essere stato abbandonato. Vi imploro – conclude – di ascoltarci, di conoscerci, di sentire le nostre grida, le nostre sofferenze, solo così troverete gli strumenti idonei per annientare la malapianta, solo così rappresenterete una vera Commissione contro la Mafia».
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