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POTENZA – Altro che trasparenza e open data, quando dici Arpab tutto sembra andare in direzione diametralmente opposta. E’ un giallo nel giallo quello che avvolge la delibera regionale di cui ha dato notizia ieri il Quotidiano, con cui la Giunta chiede chiarimenti sul bilancio “fantasma” dell’Agenzia.
Seppure l’approvazione da parte dell’esecutivo regionale risalga ormai all’8 gennaio scorso, è stato pubblicato solo nelle ultime ore l’atto con cui gli uffici di viale Verrastro ricostruiscono le principali tappe della vicenda oscura del bilancio mancante. Perché tanto tempo?
A chiederne conto è, ancora una volta, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa. Di chiarimenti alla Regione, anche in qualità di presidente della commissione consiliare permanente “ Bilancio e programmazione”, ne aveva chiesti tanti, nelle settimane passate. Ma il tentativo di venire a capo di quello che di fatto sembra sempre più un mistero ha dovuto fare i conti con il silenzio istituzionale. Eppure le interrogazioni da lui presentate sono posteriori rispetto alla data di quella delibera che cerca di mettere almeno un pò d’ordine nei fatti accaduti negli ultimi mesi tra i due enti.
«Se la Regione aveva già provveduto a chiedere chiarimenti all’Arpab, perché non ci ha risposto?», s’interroga ora il consigliere. Ma soprattutto, Rosa è certo di poter affermare che la delibera in questione, la numero 30 dell’8 gennaio, sia spuntata fuori all’improvviso tra gli atti ufficiali. Di certo, fino a ora, non figurava nell’elenco delle delibere e delle determine on line che vengono pubblicate nel sistema intranet della Regione. E per mostrarlo, Rosa allega anche una foto: compare la delibera immediatamente precedente e la successiva, ma non quella in questione, cioè la numero 30. La foto – assicura il consigliere – risale solo a qualche giorno fa. «Una semplice dimenticanza? – chiede – Non crediamo alle coincidenze», conclude. Nel frattempo, denuncia, «né il presidente della Giunta, né tantomeno l’Arpab hanno risposto alle nostre richieste di chiarimento» sul bilancio, per così dire, “latitante”.
Sarebbe stato anche più opportuno per la Giunta far sapere di aver chiesto quanto meno chiarimenti all’Agenzia su quello che appare l’errore più eclatante: l’approvazione, da parte del direttore, dell’assestamento, in assenza di un bilancio di previsione. Richiamando non il documento economico dell’ente, ma quello della Regione. E’ evidente che la questione ha creato un certo imbarazzo negli uffici regionali.
Sono trascorsi mesi prima che ci si accorgesse che all’Arpab sono andati avanti come se niente fosse. Il documento più importante di un ente pubblico, a cui tutti dovrebbero avere accesso, è rimasto ignoto anche alla stessa direzione dell’agenzia e all’istituzione preposta al suo controllo.
Ora, nella ricostruzione che ne fa l’ufficio di viale Verrastro, si dice che sostanzialmente le responsabilità sono di Arpa: sarebbero state chieste delle integrazione mai pervenute, il collegio dei revisori non avrebbe mai sollevato le anomalie emerse da quella delibera interna che approva il collegato rinviando alla Finanziaria regionale. Ma soprattutto nessuno si sarebbe accorto della cosa. C’è da dire che in tutta questa storia non ci fa una bella figura neanche la Regione: pur dovendo svolgere la funzione di vigilanza, non ha mai chiesto conto delle integrazioni mai inviate. Distraendosi, allo stesso modo, rispetto alla situazione che si stava venendo a creare all’Arpab.
Probabilmente una serie di responsabilità concatenate di cui non è certo facile dar conto. Potrebbe essere questo il motivo per il quale la delibera approvata dalla Giunta agli inizi di gennaio è stata pubblicata solo di recente. Sicuramente, a dare risposte più adeguate e precise, sarà la Procura della Corte dei Conti che sul caso del bilancio Arpab “smarrito”. ha aperto un’inchiesta. Nel frattempo, al di là delle ricostruzioni e delle specifiche responsabilità, non rimane che una conclusione: siamo lontani dal poter parlare di amministrazione trasparente.

m.labanca@luedi.it

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