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SAN LUCA (RC) – Sei arresti, di cui 5 in carcere e uno ai domiciliari, nei confronti di ex amministratori comunali e imprenditori di San Luca, a vario titolo indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e reati contro la pubblica amministrazione, aggravati dall’aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa. 

Nel corso dell’indagine ‘Inganno’ sono emerse responsabilità per truffa aggravata e peculato (ma non aggravate dalla condotta mafiosa) a carico di Rosy Canale, nota per il suo impegno antimafia come coordinatrice del “Movimento delle donne di San Luca” (LEGGI IL SUO PROFILO), associazione creata con finalità di sostegno sociale. E tra gli arrestati c’è anche l’ex sindaco di San Luca, l’avvocato Sebastiano Giorgi. L’accusa nei confronti di Giorgi è di associazione per delinquere di tipo mafioso. Giorgi è stato l’ultimo sindaco di San Luca in ordine di tempo, fino al 17 maggio 2013, data in cui il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. In manette sono finiti anche due boss della ‘ndrangheta, Antonio Nirta, 57 anni, e Francesco Strangio, 59, e Francesco Murdaca, assessore comunale della Giunta che aveva come sindaco Sebastiano Giorgi, anch’egli arrestato. Il reato contestato è associazione mafiosa. (LEGGI LE ACCUSE AD EX SINDACO E CANALE)
Gli arresti sono stati effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip su richiesta della Dda. 
“LE ‘NDRINE CONTROLLANO I COMUNI” – “L’operazione odierna rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’inquinamento dei Comuni da parte della ‘ndrangheta, che controlla, attraverso esponenti politici territoriali, l’affidamento degli appalti e la distribuzione degli stessi tra le imprese partecipi, contigue o compiacenti”. Lo ha detto all’Ansa il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, facendo riferimento all’operazione “Inganno” che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex sindaco di San Luca, Sebastiano Giorgi, e della coordinatrice dell’associazione antimafia “Movimento delle donne di San Luca”, Rosy Canale. “Nell’inquinamento generale determinato dalla ‘ndrangheta – ha aggiunto Cafiero de Raho – emergono poi figure apparentemente antimafia che si muovono con violazione delle regole anche soddisfacendo interessi personali”.
“ATTENZIONE A PALADINI ANTIMAFIA” – “Da anni dico che bisogna prestare molta attenzione a chi si erge paladino della lotta alla ‘ndrangheta senza avere una storia”. Lo ha detto il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti in merito all’operazione “Inganno” che ha portato all’arresto, tra gli altri, di Rosy Canale, fondatrice dell’associazione antimafia “Movimento della donne di San Luca”. 
“Gente che lucra danaro pubblico – ha aggiunto Gratteri – per mestiere, eticamente riprovevole, a fronte dello straordinario sacrifico di sangue versato da tanti autentici testimoni di impegno civile che in questa lotta hanno perso la vita. A San Luca si sono illuse tantissime donne, molte colpite da gravissimi lutti e terribili vicende, che non hanno visto neppure un euro. Si sono spesi i soldi pubblici del Ministero della Gioventù, del Consiglio regionale della Calabria, della Prefettura, della Fondazione ‘Enel cuorè, utilizzati, in realtà, per comprare una Smart o una nuova Cinquecentò. “E’ con molta sofferenza – ha detto, da parte sua, il Procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho – rinvenire simili situazioni che inquinano l’immagine di quanti si muovono onestamente sul fronte dell’associazionismo contro la ‘ndrangheta in Calabria e di chi dedica parte della propria esistenza alle ragioni della legalità. A fronte, però, di questo esempio negativo, ce ne sono fortunatamente tanti altri luminosi. E’ necessario, comunque, fare di più, altrimenti miglioramenti non ne vedremo”. 
“A San Luca – è stato detto nel corso della conferenza stampa, cui hanno preso parte il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi, ed il comandante del Reparto operativo, ten. col. Gianluca Valerio – si era ormai raggiunto un equilibrio per la suddivisione degli appalti del Comune. Alle cosche della ‘maggiorè, i Nirta ‘scalzonè, i Pelle ‘gambazzà, e i Romeo ‘staccù, andavano i lavori di maggiore importo, mentre ai rappresentanti dell’ala ‘minorè, toccavano quelli di minore importo”. “Non inganni – ha detto Gratteri – la consistenza degli importi poichè in una realtà come San Luca, quello che conta è dimostrare di avere potere e di fare parte del ‘tavolinò dove la cattiva politica e i capobastone decidono persino del respiro delle persone”.
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