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ROMA – Una importante operazione è stata messa a segno a Roma dalla Finanza e dalla Polizia, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia romana e in particolare dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, in relazione ai giochi online e alle videolottery. Nell’ambito dell’organizzazione, i cui componenti devono rispondere di «associazione a delinquere a carattere transnazionale volta a commettere una serie indeterminata di reati attraverso una rete illegale di gioco on line, aggirando la normativa di settore e omettendo fraudolentemente il versamento dei tributi erariali per la concessione di gioco, al fine di realizzare plurime truffe ai danni dello Stato», è stato arrestato anche un boss di ‘ndrangheta, Nicola Femia.

LEGGI I NOMI DEGLI ARRESTATI

In totale gli arresti in tutta Italia sono stati 11 e hanno riguardato un gruppo che gestiva illecitamente gran parte delle attività di videolottery e gioco on line in Italia e all’estero. La scoperta della struttura è dovuta all’attività investigativa dello Scico della Guardia di Finanza e dello Sco della Polizia.

Oltre al boss della ‘ndrangheta in manette è finito anche un imprenditore del settore, collegato, secondo gli inquirenti, a clan camorristici. L’operazione, denominata ‘The imitation game’ ha portato anche al sequestro di beni mobili e immobili per un valore di decine di milioni. 

Al vertice dell’organizzazione è considerato Luigi Tancredi cui viene anche contestata l’aggravante “mafiosa” per aver avvantaggiato il clan dei Casalesi anche in virtù del fatto che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, i proventi delle attività venivano versati mensilmente ai “casalesi” facenti capo a Michele Zagaria, Antonio Iovine e Francesco Schiavone. 

I SEQUESTRI – Il Tribunale di Roma ha inoltre disposto il sequestro di numerosi beni mobili ed immobili riconducibili direttamente o indirettamente ai principali indagati, per un valore di circa 10 milioni di euro, tra i quali spiccano società che hanno tra i propri asset sale giochi e attività di ristorazione oltre ad autovetture, correnti e depositi bancari.

IL RUOLO DI FEMIA – Il boss di ‘ndrangheta Nicola Femia dalla provincia di Ravenna dirigeva, sul territorio nazionale ed estero, un’intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle videolottery al fianco di Tancredi, detto anche “il re delle slot”, soggetto referente per le mafie, soprattutto quelle calabresi e campane, per la gestione dei siti illeciti per le scommesse sul web, non autorizzati dall’Amministrazione per i Monopoli. L’attività investigativa condotta ha fatto emergere collegamenti tra l’organizzazione e varie cosche della ‘ndrangheta per il tramite del pieno e diretto coinvolgimento di Femia, contiguo alla consorteria dei Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica

IL CAPO DEL GRUPPO: TANCREDI – Il leader dell’organizzazione è risultato essere l’indispensabile cerniera tra gli interessi della criminalità organizzata nei guadagni derivanti dal gioco illecito ed il mondo della tecnologia informatica, in virtù delle sue capacità di realizzare “chiavi in mano” risorse web dedicate al gioco online essendo uno dei più noti imprenditori del settore economico della raccolta del gioco in rete molto conosciuto in campo nazionale ed internazionale per aver avviato dei veri e propri casinò virtuali, molti dei quali, nella home page, contengono estremi di concessioni asseritamente rilasciate da autorità governative di Paesi caraibici, notoriamente considerati “paradisi fiscali”.

Tancredi, per gli inquirenti, pur non essendo affiliato direttamente a nessun clan, si è rivolto a soggetti appartenenti ad organizzazioni di stampo mafioso al fine di poter garantire una diffusione più rapida del suo “prodotto”, consentendo agli stessi di ottenere ingenti guadagni illeciti ed aumentando i suoi stessi profitti.

LE INDAGINI – L’inchiesta è partita per opera della Squadra Mobile di Roma in seguito al tentato omicidio di Massimo Fabio Aragona classe 81, avvenuto il 18 aprile 2011 a Ostia Lido. In seguito le piste investigative si sono incrociate con una inchiesta della Finanza consentendo così di portare alla luce «un’associazione a delinquere finalizzata al gioco d’azzardo, aggravata dalla finalità agevolatrice di tipo mafioso, operante su tutto il territorio nazionale ed all’estero, della quale Tancredi risulta essere il promotore e l’organizzatore».

L’ORGANIZZAZIONE – Attraverso la creazione di un sito illegale per il gioco del poker online denominato dollaropoker, con server e struttura di gestione situati all’estero, l’organizzazione riusciva ad introitare ingenti guadagni illeciti che venivano successivamente versati su conti correnti esteri per poi rientrare in Italia attraverso l’acquisizione di immobili. La struttura aveva la caratteristica di essere di tipo verticistico e piramidale, al cui apice c’era Tancredi che intratteneva rapporti diretti con i cosiddetti National, costituenti il livello più alto dell’organizzazione. Ai National facevano quindi riferimento i Regional che provvedevano al ritiro delle somme di denaro dai Distretti i quali, a loro volta, provvedevano alla raccolta dai Club Manager, gli unici ad avere rapporti diretti con il “player” finale il quale, per accedere al gioco on line, doveva corrispondere in anticipo all’organizzazione una somma di denaro che veniva poi accreditata in un conto virtuale anche mediante trasferimento con carte prepagate poste-pay. Ciascun livello era destinatario, quindi, di una precisa quota di profitti. Il “server” che gestiva il gioco on-line era ubicato a Tampa in Florida, mentre in Romania aveva sede la società rumena “Dollarobet srl”, ove fisicamente vi lavoravano sia il personale dell’assistenza al sito sia gli “esperti informatici” che avevano la possibilità di accedere direttamente sul server.

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