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TITO – “Fermate la centrale a biomasse di località Santa Venere”. Questo lo slogan del comitato spontaneamente nato a Tito per opposizione no al progetto dell’amministrazione comunale. Ieri, lungo il corso del paese, e nella piazzetta di Tito Scalo, i banchetti della raccolta firme per opporsi alla realizzazione dell’impianto. 

progetto per altro decisa – sottolinea il comitato – senza il necessario coinvolgimento della cittadinanza da parte dell’amministrazione, a differenza di quanto esplicitamente previsto dal Paes, ovvero il piano d’azione per l’energia sostenibile».

La realizzazione dell’impianto  approvata con delibera dello scorso marzo prevede la realizzazione di una centrale alimentata a biomassa su un’area di proprietà del comun. e che avrà una durata di vent’anni.

Ma sono molti i dubbi dei residenti. «Innanzitutto – spiegano dal comitato – questo impianto sarà attivo per circa 7500 ore al giorno per 20

anni, e brucerà circa 480 tonnellate di materiali diversi (grassi di origine animale, biodiesel, oli esausti vegetali da frittura, ect.), la cui provenienza ad oggi non risulta chiara, data l’impossibilità da parte del territorio limitrofo di attivare una filiera del combustibile capace di soddisfare il fabbisogno della centrale.

Inoltre – continuano – se le ipotesi di approvvigionamento del combustibile non venissero rispettate, potrebbe accadere come in altri impianti già funzionanti (vista la scarsa sostenibilità economica senza incentivi di questo ciclo di produzione) che per garantire una tale produzione di energia elettrica, la centrale diventi inceneritore di rifiuti».

Inoltre – aggiungono pure – «l’amministrazione ha scelto di non porsi come garante della salute pubblica, avendo demandato alla stessa ditta appaltatrice anche il controllo dell’impianto e non avendo previsto un monitoraggio delle emissioni di polveri sottili. L’assenza nella relazione tecnica del progetto dell’istallazione di una centralina di rilevazione dell’emissione atmosferica non offre sufficienti garanzie sulla sicurezza dei cittadini.

Si è stipulato un contratto che prevede penali altissime, con il rischio di un dissesto finanziario del comune, senza rendere pubblico lo studio preliminare pertinente, avvalorando così la diffusa convinzione che non sussistano garanzie sull’effettiva convenienza di tale impianto in termini economici e ambientali.

Quindi il comitato, oltre allo stop al progetto, chiede pure di vietare qualsiasi progetto affine su tutto il territorio comunale.

E che, scelte di questo tipo, così importanti per la comunità, vengano assunte non solo in base al rispetto dei limite di legge dei progetti, ma soprattutto in base alla necessarie garanzie per la salute dei cittadini.

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