X
<
>

Condividi:
6 minuti per la lettura

POTENZA – Non solo alcuni dei voti andrebbero rivisti al ribasso, ma in qualche caso ben al di sotto della sufficienza. Col risultato che ad oggi sarebbero diversi i dirigenti scolastici in servizio che starebbero meglio tra i banchi che dietro a una scrivania. Magari con tanto di cappellino a punta e le immancabili orecchie da asinello.

E’ stata già depositata in Procura la consulenza tecnica disposta sugli elaborati del concorsone per i nuovi dirigenti scolastici da distribuire tra gli istituti di mezza Basilicata.

La notizia dell’inchiesta aperta dai carabinieri del reparto operativo di Potenza al comando del capitano Antonio Milone, e dai colleghi dell’aliquota di pg guidati dal tenente colonnello Gianfilippo Simoniello, era venuta a galla agli inizi di giugno con l’acquisizione degli atti dell’Ufficio scolastico regionale. Un accesso accompagnato dall’invio di avvisi di garanzia a 3 commissari d’esame e 2 dei vincitori della selezione.

Le ipotesi al vaglio del pm Gerardo Salvia, erede del fascicolo aperto dal collega Salvatore Colella che a luglio ha preso servizio a Matera, sono molto pesanti. 

Una prima anomalia riguarda voti inseriti nelle griglie di valutazione delle prove scritte, che apparirebbero inspiegabili rispetto ai giudizi negativi espressi e a tutti gli errori evidenziati.

C’è Ad esempio chi avrebbe risposto al quesito di lingue straniere sbagliando l’idioma, se non proprio scrivendo in italiano. E chi avrebbe risposto una cosa per un’altra tanto per riempire lo spazio sul foglio.

Poi c’è il caso del corso di preparazione al “concorsone” organizzato a Matera da una nota sigla sindacale, con la partecipazione di un dirigente dell’Ufficio scolastico regionale che a distanza di due mesi sarebbe stato nominato all’interno della commissione. 

L’inizio di tutta la vicenda risale addirittura al 2008 quando è stato pubblicato il bando che in tutta Italia avrebbe dovuto portare al reclutamento di 2.346 presidi tra quasi 150mila candidati.

Stando a quanto stabilito per la loro selezione il concorso si sarebbe dovuto svolgere in gran parte a livello locale.

In pratica ognuno degli Uffici scolastici regionali doveva curare l’organizzazione delle prove, nominare le commissione, vigilare sulle procedure, approvare le graduatorie di merito al termine delle varie fasi, emanare i provvedimenti di esclusione dal concorso e curare le attività di formazione e tirocinio.

A settembre del 2011, per questo motivo, è spettato al direttore generale dell’Ufficio scolastico della Basilicata, Franco Inglese, scegliere i membri della Commissione esaminatrice. In primis Antonio Sergio De Franchi, professore di prima fascia dell’Università degli Studi della Basilicata, che è stato nominato presidente. Quindi Giuseppe Spadafora, a sua volta professore di prima fascia ma dell’Università degli Studi della Calabria, a cui è toccato il ruolo di supplente. Poi ancora il dirigente scolastico Adele Trotta e il dirigente tecnico, nonché «esperto di organizzazioni pubbliche», Francesco Fasolino, come componenti. Infine i supplenti Giuseppe Pepe, dirigente tecnico e a sua volta «esperto di organizzazioni pubbliche», e il dirigente scolastico Rosa Maria Giordano, che avrebbe rinunciato a stretto giro cedendo il posto a Carmela Bove.

I “lucani” che hanno presentato domanda sono stati 674, ma solo in 147 hanno superato la prima prova preselettiva, il 10 ottobre del 2011, e tra il 14 e il 15 dicembre si sono presentati nelle aule del liceo “Gianturco” di Potenza per la seconda prova scritta.

Qui però cominciano i problemi perché a detta di più di qualcuno qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto. Specie quando si è trattato di attribuire i voti agli elaborati e stilare la lista dei 63 ammessi a sostenere la prova orale a maggio del 2012 nei locali dell’Isis “Da Vinci” di Potenza.

I primi ricorsi al Tar risalgono ad allora. Poi c’è stata la pubblicazione delle graduatorie e dei punteggi complessivi in 120esimi, di cui 60 per le prove scritte, 30 per l’orale, e il resto tra titoli di servizio e culturali.

Mentre l’atto con cui i primi tra i nuovi dirigenti scolastici sono stati immessi in ruolo dal direttore generale Inglese, per l’anno di prova previsto dal bando, è arrivato il 22 agosto del 2012.

Nove giorni più tardi i nuovi presidi hanno preso servizio negli istituti. Ma intanto era arrivata anche la denuncia di uno dei candidati, bocciato al secondo scritto, che dopo aver chiesto e ottenuto di esaminare gli elaborati di chi aveva passato la prova ha deciso di rivolgersi ai carabinieri.

Possibile che qualcuno dei 62 idonei e pure dei presidi già immessi a ruolo sia stato favorito rispetto agli altri?

Di certo non per il Tar che finora si è espresso per la legittimità di tutte le procedure bocciando un ricorso e respingendone altri 3, ma soltanto in fase cautelare.

Anche quanto alla presunta incompatibilità del commissario d’esame, per la partecipazione a quel corso di preparazione al “concorsone” organizzato dal sindacato, i giudici amministrativi hanno stabilito che tutto è regolare. Infatti non risulta che il commissario fosse stato retribuito, per questo non può dirsi che «aveva svolto la funzione di docente» per i candidati che in seguito lui stesso avrebbe dovuto valutare.

Ma anche salvata la forma, resta tutta la sostanza, e adesso spetta alla Procura di Potenza valutare il da farsi. Tanto più che il consulente tecnico incaricato di ricorreggere gli elaborati avrebbe confermato il contenuto della denuncia.

C’è anche da capire perché la commissione avrebbe favorito qualcuno a scapito di altri, al netto di chi ha frequentato quel corso di preparazione a Matera. Motivo per cui l’inchiesta potrebbe anche allargarsi ancora.   

 

Ma l’Ufficio scolastico va avanti lo stesso: Assunti altri 15 dirigenti scorrendo la graduatoria

A settembre del 2012 erano stati 22 i nuovi dirigenti scolastici immessi nel ruolo su 62 “idonei” in graduatoria. Ma a distanza di un anno sono diventati 37 grazie ad altrettanti pensionamenti. Nonostante i ricorsi, le denunce e l’inchiesta in corso da parte dei carabinieri.

E’ quanto ha deciso il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Franco Inglese lo scorso 21 agosto, un mese e mezzo dopo le notizie sulle accuse e gli avvisi di garanzia per 3 membri della commissione d’esame e due vincitori del “concorsone” per dirigenti.

Ai 18 istituti comprensivi e ai 4 istituti superiori, che hanno accolto i vincitori del “concorsone” nella bufera, tra Matera, Potenza, Venosa, Melfi, Barile, Scanzano Jonico, Bernalda, Ruoti, Stigliano, Tricarico, Albano di Lucania, Atella, Rapolla, Policoro, Lavello, Montalbano Jonico e Picerno, vanno quindi aggiunti altri 8 istituti comprensivi e 7 istituti superiori tra Palazzo San Gervasio, Potenza, Oppido Lucano, Genzano di Lucania, Lagonegro, Matera, Sant’Arcangelo, Muro Lucano, Moliterno, Tursi e Albano di Lucania.

E’ tra questi che si anniderebbero i “somari” scovati dal consulente della Procura di Potenza. Ma se le accuse nei loro confronti fossero confermate non è detto che ci resteranno ancora a lungo. Con o senza il placet dell’Ufficio regionale.   

 

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE