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I magistrati della Dda di Catanzaro hanno chiesto al gip una perizia approfondita che serva a cristallizzare tutti gli elementi di accusa, nell’ambito dell’inchiesta sulle bombe fatte esplodere lo scorso anno contro la Procura generale di Reggio e l’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, e sull’intimidazione al procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, con un bazooka fatto trovare davanti la sede della Dda reggina.
L’udienza per l’incidente probatorio è stata fissata dal gip per l’8 luglio prossimo. In quella data, il giudice affiderà una serie di incarichi che riguarderanno tutti gli elementi acquisiti nell’inchiesta che ha portato all’arresto di 4 persone, ritenute mandanti ed esecutori della strategia della tensione. Un’inchiesta che ha avuto un impulso decisivo dalle dichiarazioni del boss pentito Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere il mandante ed ha chiamato in causa il fratello Luciano ed altre due persone: Antonio Cortese, ritenuto l’esperto di esplosivo della cosca, e Vincenzo Puntorieri, legato allo stesso Cortese, accusati dell’esecuzione materiale dell’attentato.
Le perizie riguarderanno alcuni capi d’abbigliamento trovati a casa di Cortese e Puntorieri che sarebbero compatibili con quelli indossati dai due attentatori ripresi da una telecamera al momento di sistemare l’ordigno (composto da una bombola di gas collegata a dell’esplosivo) lasciato davanti la Procura generale ed i resti delle stesse bombe fatte esplodere il 3 gennaio 2010 davanti all’ingresso della Procura generale ed il 26 agosto davanti al portone dell’abitazione di Di Landro, oltre al bazooka fatto ritrovare davanti la sede della Dda. Accertamenti saranno compiuti anche sulla cabina telefonica dalla quale Cortese, secondo l’accusa, ha avvertito il 113 della presenza del lanciamissili, e sulla registrazione della telefonata per avere la certezza che a chiamare sia stato proprio Cortese.
Cortese e Puntorieri saranno sottoposti anche a perizia antropometrica per confrontare i dati ottenuti con il video della Procura generale. L’incidente probatorio riguarderà anche il ciclomotore Honda SH300 sequestrato ad uno degli arrestati e dello stesso modello di quello che si vede nel video dell’attentato alla Procura generale. Alla stessa perizia sarà sottoposto un ciclomotore identico che era stato sequestrato in una fase precedente dell’inchiesta, antecedente alle dichiarazioni di Lo Giudice, e che vedeva coinvolti, come presunti autori, esponenti della cosca Serraino di Reggio Calabria, quattro dei quali sono stati raggiunti da avviso di garanzia. I quattro sono ancora formalmente indagati per le bombe di Reggio e con la richiesta di incidente probatorio sul ciclomotore la Dda di Catanzaro intende chiarire definitivamente la loro posizione.

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